"La Regione ci snobba", associazioni di categoria escono dal Patto per lo sviluppo

Cna, Confesercenti e Confartigianato si autosospendono

10 Gennaio 2012   10:55  

Confartigianato, Cna e Confesercenti si autospendono dal Patto per lo sviluppo sottoscritto con la Regione Abruzzo il 14 aprile 2011. La decisione, annunciata stamani alla stampa a Pescara, e' legata al fatto che "le scelte strategiche della Regione sono state compiute fuori dal Patto per lo sviluppo" e questo strumento "e' stato svuotato dei suoi contenuti".

All'incontro con i giornalisti hanno partecipato i rappresentanti delle tre associazioni imprenditoriali e cioe' i presidenti regionali Angelo Taffo per Confartigianato, Italo Lupo per Cna e Beniamino Orfanelli per Confesercenti, con i rispettivi direttori Daniele Giangiuli, Graziano Di Costanzo e Enzo Giammarino.

"Dalla Regione - ha detto Orfanelli aprendo la conferenza - ci attendiamo un rapido cambio di passo" mentre fino ad oggi "abbiamo registrato un atteggiamento insufficiente e inadeguato". Il Patto "non e' stato convocato neppure per discutere il Bilancio regionale".

"Le piccole e medie imprese (in Abruzzo ce ne sono 130mila) - ha aggiunto - non possono piu' aspettare, hanno prosciugato le riserve e ora la situazione si fa drammatica". 

Autosospendendosi dal Patto per lo sviluppo, le tre confederazioni dicono che "la collaborazione con la Regione non e' piu' possibile. Occorre rimettere subito l'impresa al centro dell'azione del governo regionale". I rappresentanti delle imprese del commercio, dell'artigianato, del turismo e dei servizi (che garantiscono il 75 per cento dell'occupazione regionale) non sono piu' disposti a mettersi "in coda" e aspettare il loro turno, hanno chiarito stamane. Le richieste avanzate per uscire da questa situazione di difficolta' sono precise: "Sollecitiamo - specificano Cna, Confartigianato e Confesercenti - l'annullamento e la conseguente rimodulazione del Fondo unico per le attivita' produttive destinando quei 19 milioni alle imprese. Serve poi un'agenda che preveda una ricognizione profonda delle risorse disponibili e porti l'Abruzzo a una riforna della pubblica amministrazione tagliando drasticamente gli apparati ipertrofici di cui si circonda la politica e dando vita a una Agenzia unica per lo sviluppo regionale e abolendo i doppioni ancora in vita. Da chiudere, questa un'altra richiesta, la stagione dei commissariamenti di enti e settori che ha segnato e segna questa consiliatura".

"Siamo disposti a tornare sui nostri passi nel caso in cui la Regione Abruzzo e' pronta a rimettere mano ai 19 milioni del Fondo unico per le attivita' produttive, ridistribuendo queste risorse in modo capillare secondo le esigenze delle nostre imprese" ha detto Taffo. Il presidente della Confartigianato ha spiegato che l'uscita dal Patto e' dovuta al fatto che "la Regione non condivide, non concerta le scelte". Taffo ha aggiunto che se non ci sara' un'inversione di tendenza "saranno messe in campo iniziative di protesta".

TAFFO, REGIONE DIMENTICA L'ACCESSO AL CREDITO 

Tra le questioni evidenziate dal presidente regionale della Confartigianato Angelo Taffo, la stretta creditizia "un elemento vitale per la sussistenza delle imprese". Allo stesso tempo Taffo ha fatto notare che i due strumenti principali per fronteggiare la situazione relativa all'accesso al credito, vale a dire i Consorsi Fidi e l'Artingiancassa, "sono state completamente dimenticati dal governo regionale. Aspettiamo ancora il saldo - ha proseguito - dei Consorzi Fididel 2009, del 2010 e del 2011: a tutt'oggi viene sbandierata come promessa, ma non viene mantenuta. I Consorzi - ha sottolineato - sono l'unica ancora di salvezza per il mondo imprenditoriale". Taffo ha inoltre evidenziato che le micro e le piccole imprese sono il fulcro dell'economia regionale e creano occupazione: "gli artigiani e le piccole imprese - ha sostenuto - non possono essere martoriati anche da chi dovrebbe tutelarli. Anche noi, quindi, condividiamo l'autosospensione voluta da Cna e Confesercenti, perche' la Regione non condivide scelte importanti a livello economico con l'imprenditoria". Il presidente della Confartigianato ha posto anche la questione del tasso di insolvenza pari al 2 per cento, dei commissariamenti e della ricostruzione dell'Aquila: "dopo tre anni - ha rilevato il presidente regionale della Confartigianato - non si riesce a capire qual e' la problematica che non consente di farla partire. La ricostruzione puo' essere un altro volano per le imprese regionali". Taffo, quindi, ha reclamato attenzione per le imprese: "oggi - ha evidenziato - la politica non pensa a chi crea reddito ed occupazione. Mettere in ginocchio l'imprenditoria vuol dire mettere in ginocchio se stessi, l'economia, i lavoratori, le famiglie, i giovani e le donne. Questa volta - ha concluso il presidente - agiremo con forza e determinazione". 

CNA,QUELLO CHE ASPETTAVAMO NON E' STATO RISPETTATO 

"Il Patto per lo Sviluppo e' nato per chiedere tutti insieme al Governo i Fas. I fondi sono stati accordati, pero', tranne una parte utilizzata per diminuire il debito della sanita', del resto non si sa nulla". Lo ha detto a Pescara, Italo Lupo, presidente regionale della Cna, nel corso della conferenza stampa indetta per annunciare insieme a Confartigianato e Confesercenti, l'uscita dal Patto per lo Sviluppo. "La crisi economica - ha proseguito Lupo - sta spingendo nel baratro sempre piu' le piccole e piccolissime aziende. Si perde tempo in chiacchiere ma di concreto non e' stato realizzato nulla. Tutto quello che ci aspettavamo dal Patto non e' stato assolutamente rispettato. Per questo le organizzazioni di categoria si sono autosospese: non vogliamo essere presi in giro, per noi contano i fatti, le chiacchiere non portano da nessuna parte. Resteremo fuori dal Patto fino a quando - ha concluso - le decisioni non saranno concertate".


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