La Ue boccia la metropolitana dell'Aquila e condanna l'Italia

Sono le regole degli appalti, bellezza..

13 Novembre 2008   14:16  

La Corte di giustizia europea ha oggi condannato l'Italia per non aver rispettato la direttiva sugli appalti pubblici nel caso della progettazione e della realizzazione della tramvia municipale dell'Aquila.

I giudici del Lussemburgo sono intervenuti su richiesta della Commissione che aveva esaminato il caso in seguito ad un reclamo. Per l'esecutivo europeo, a cui poi la Corte del Lussemburgo ha dato ragione, aver assegnato i lavori con la procedura della "finanza di progetto" e aver poi modificato il progetto preliminare, che era alla base della gara successivamente alla pubblicazione del bando è in contrasto con quanto previsto dalla direttiva europea che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici

Nel 2002 il Comune dell'Aquila ha constatato la fattibilità ed il pubblico interesse di una proposta presentata dal raggruppamento CGRT in qualità di promotore per la progettazione e la realizzazione di una tramvia su gomma per il trasporto pubblico. L'importo stimato dei lavori ammontava a 33,5 milioni di euro.
Il Comune ha bandito una gara per l'attribuzione di una concessione di lavori, ma a seguito dell'esperimento infruttuoso di tale bando, ha attribuito la concessione al CGRT.

L'accordo prevedeva che la persona incaricata della gestione del servizio di tramvia in forza di un contratto di servizio da concludere con il Comune sarebbe stata tenuta a corrispondere un canone periodico al CGRT, dell'importo di 1,4 milioni di euro per un periodo di trent'anni. Peraltro, il progetto preliminare dell'opera, sul quale si basava la gara d'appalto, è stato modificato nel progetto definitivo che il CGRT ha presentato dopo la pubblicazione del bando di concessione. Tali modifiche sono state approvate dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

La Commissione ha fatto presente e la Corte europea ha accolto l'osservazione che la convenzione conclusa nel 2002 configura un appalto pubblico di lavori: "dato che il CGRT non gestisce in prima persona l'opera, ma percepisce un canone garantito da un terzo incaricato della gestione". Di conseguenza, tale operazione non potrebbe essere qualificata come concessione di lavori pubblici, ma come appalto pubblico di lavori e richiederebbe il rispetto delle relative procedure di aggiudicazione.

I NOSTRI ARTICOLI E SERVIZI TG SULLA METROPOLITANA DI SUPERFICIE


Un profetico articolo del quotidiano Il Centro, a firma di Vittorio Perfetto, del marzo 2007

APPALTO METRO: PER LA UE E' IRREGOLARE

 

Alla fine la Commissione europea l’ha fatto: ha deferito lo Stato italiano alla Corte di giustizia europea, per la procedura seguita dal comune dell’Aquila nell’acquisizione di una fornitura di tram. Si tratta dei vettori della tranvia, la metropolitana di superficie, che già sta pesando nelle tasche dei contribuenti aquilani per i 3,5 milioni di euro che il Comune deve pagare per le riserve chieste dalla società appaltatrice, la Cgrt, per i ritardi nella costruzione della metro.  Il deferimento alla Corte di giustizia europea è stato annunciato ieri, a Bruxelles, dalla Commissione europea, precisando che non è stata rispettata la normativa comunitaria in materia di appalti pubblici «nella procedura seguita dal comune dell’Aquila per aggiudicare un appalto inerente alla progettazione, alla realizzazione e alla gestione di una linea tranviaria per il trasporto pubblico».  L’esecutivo Ue è del parere che il contratto aggiudicato «vada qualificato come “contratto” di lavori pubblici e non come “concessione” di lavori pubblici. E, quindi, l’avere aggiudicato un contratto di lavori pubblici tramite la procedura del “project financing”, che è riservata alle concessioni di lavori, costituisce una violazione della direttiva Ue n. 37 del 1993».  La Commissione europea ritiene, inoltre, che «la modifica delle condizioni per l’aggiudicazione dell’appalto pubblico in questione, dopo la pubblicazione del bando di gara, in particolare in ordine alla classificazione dei lavori da eseguire, equivalga ad una violazione dei principi del Trattato Ue - in particolare quelli di trasparenza e non discriminazione - in quanto non tutti gli operatori interessati e qualificati hanno potuto partecipare alla gara d’appalto».  L’apertura della procedura di infrazione nei confronti del governo italiano, era stata inviata al comune dell’Aquila il 20 ottobre del 2005 e ora l’indagine portata avanti dalla Commissione europea si è conclusa con il deferimento alla Corte di giustizia.  L’assessore comunale ai Lavori pubblici, Luigi D’Eramo, si sente comunque tranquillo.  «Si tratta di una normale procedura su sollecitazione fatte dalla Commissione europea. Nel giudizio, quando lo Stato italiano sarà chiamato a difendersi, ci saranno gli avvocati di parte che diranno come stanno le cose. Noi, come Comune, siamo più che tranquilli, perché abbiamo rispettato in pieno le legge in materia: non abbiamo fatto altro che applicarla. Semmai», sostiene l’assessore D’Eramo, «era la legge che cozzava con le direttive europee. Se si voleva fare quel tipo di appalto, la legge in vigore era quella e non altre. In ogni caso, qualora dovesse esserci una “condanna”, cioè una sanzione, per lo Stato italiano, non ci sarebbe nessuna ripercussione sui lavori».

 

 

 

 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore