La crisi non molla, nel 2012 600mila disoccupati in più

Il lavoro è sempre più precario

29 Dicembre 2012   11:25  

Cresce a dismisura il numero dei senza lavoro presenti in Italia. Nel 2012, secondo una stima elaborata dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, il numero medio dei disoccupati e' aumentato di 609.500 unita'. Nel 2013 l'esercito di coloro che sono alla ricerca di una occupazione e' destinato a salire ulteriormente, per la precisione di altre 246.600 unita'. Se per l'anno in corso lo stock dei senza lavoro si attesta attorno ad un dato medio annuo pari a 2.717.500 (che equivale ad un tasso di disoccupazione del 10,6%), l'anno prossimo sfiorera' quindi quota 3 milioni (precisamente 2.964.100, con un tasso dell'11,5%).

"Una situazione allarmante che sta diventando una vera e propria piaga sociale - afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi - Purtroppo le condizioni generali della nostra economia sono pessime e questo si riflette negativamente sulla tenuta occupazionale anche delle piccole imprese. Giovani, donne e stranieri sono le categorie piu' a rischio, senza contare che tra questi ex lavoratori sta aumentando drammaticamente il numero dei disoccupati di lungo periodo". 

Il quadro generale, ricorda la Cgia, e' molto pesante: dall'inizio di quest'anno la contrazione dei prestiti bancari erogati alle imprese e' stata di 26,7 miliardi di euro (pari al -2,7%), mentre le sofferenze in capo al sistema imprenditoriale sono aumentate di 8,7 miliardi di euro (pari al +10,9%) (tra dicembre 2011 e settembre 2012). Se consideriamo che la produzione industriale e' scesa del 6,5% e gli ordinativi del 10,4% (nel periodo gennaio-settembre), appare evidente come la situazione in capo alle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, sia peggiorata drammaticamente.

La Cgia fa presente inoltre che quest'anno il Pil e' previsto attorno al -2,3/-2,5%. I consumi privati si dovrebbero attestare al -3,4%, quelli pubblici al -0,7% e gli investimenti sono destinati a subire un vero e proprio tracollo: -8,1%, con una punta del -10,9% per quelli relativi alle attrezzature e ai macchinari. Nel 2013 la caduta subira' una frenata, ma ancora una volta tutti gli indicatori saranno preceduti dal segno meno. Il Pil sara' pari al -0,5% circa, i consumi privati -0,9%, quelli pubblici -0,3%, mentre gli investimenti chiuderanno con un -2,1%. "Con queste previsioni - conclude Bortolussi - non c'e' da meravigliarsi se le aziende non ce la fanno piu' a trattenere le proprie maestranze. Anche le piccole imprese, che in passato erano riuscite ad assorbire i lavoratori espulsi dalle ristrutturazioni che avevano interessato le grandi imprese, ora sono allo stremo e dopo 5 anni di crisi la loro tenuta e' ormai ridotta al lumicino. Servono delle misure anticicliche in grado di far ripartire l'economia: l'Italia, verosimilmente, rispettera' gli impegni presi in sede europea ma rischia di diventare un Paese sempre piu' povero".


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