La neve sulla città che non c'è e la profezia di Colapietra

Un confronto con il post-sisma del 1703

02 Febbraio 2010   12:48  

Qualche sera fa. Neve fitta sull'Aquila e la zona rossa arredata dalle macerie. Freddo intenso e silenzio claustrale. A passeggiare in centro si può provare l'emozione di lasciare le prime orme lungo la via del corso, come Leil Amstrong sul suolo lunare. Le uniche presenze umane, a L'Aquila, alle 19 di sera, sono i militari, che ricordano il tenente Drogo, nel suo avamposto isolato al limitare del deserto dei Tartari.

Su una parete del bar di san Bernardino, l'unico aperto, l'unico luogo dove si incontra un po' di vita infreddolita, è appesa una foto d'epoca che ritrae le baracche di legno che gli aquilani costruirono proprio davanti la basilica a seguito del terremoto del 1915. I volti dei post-terremotati di allora esprimono orgoglio e cocciutaggine. C'è un che di eroico in loro, forse di perduto per sempre. Ora quello stesso slargo in cima alla scalea di San Berardino è deserto, gelido, silenzioso. La foto suggerisce cupi pensieri. E evoca le profetiche parole dello storico Raffaele Colapietra, uno dei pochissimi intellettuali aquilani degni di questo nome, che ha rifiutato di lasciare la sua casa del centro storico, non è voluto andare sulla costa, non si è fatto commissariare la facoltà del pensare e del criticare. (FT)

In una recente intervista Raffaele Colapierta, nel volume Abruzzo 2010, a cura della Uil regionale, propone un confronto della situazione attuale con quella del terremoto del 1703

'' A seguito del terremoto del 1703, la popolazione è rimasta compatta a l'Aquila, e si è anche nei mesi successivi incrementata anche con gente che veniva da fuori per partecipare allo sgombero delle macerie, riprendere la vita quotidiana, riaprire i negozi. A fronte abbiamo lo spopolamento totale di oggi'. Questa realtà e totalmente opposta, che pone problemi in maniera completamente differente. Non a caso il terremoto del 1703 che portò alla morte di 2400 persone, cioè ben otto volte più di oggi, veramente catastrofico, veramente apocalittico, tuttavia questo terremoto non portò alcuna alterazione urbanistica alla città, la quale fu ricostruita con le vie di prima, con le strade di prima, con gli edifici di prima: in tutta l'Aquila si possono citare non più di un paio di spostamenti di edifici, di chiese, di conventi, per il resto le chiese furono ricostruite dov'erano, le case furono ricostruite dov'erano, lo stesso le strade - non a caso ho detto che ho potuto fare un a pianta topografica di oggi che rispecchia esattamente quella che era la situazione di trecento anni fa, perché il reticolo stradale è quello.

Oggi questo non si può dire, è un grande interrogativo: il centro storico è paralizzato, non è avvenuto niente, niente, sta nelle condizioni del sei aprile, e ci resterà chissà per quanto tempo. Tutt'intorno questi 19 insediamenti che si vano strutturando, non si pone nemmeno lontanamente un problema di raccordo né fra di loro, né men che meno con il centro storico dell'Aquila. quindi oggi come oggi sono un insieme di insediamenti, io non la chiamerei nemmeno una città, perché è impossibile chiamare città una cosa del genere, che ha al centro questo cimitero. se si gira per la città non si incontrano cittadini, non si vedono segni di vita alcuna, si vede solo l'esercito, vigili del fuoco, protezione civile, come si vedevano al sei aprile, quindi non è cambiato assolutamente nulla. La città: secondo me è scomparsa quella vecchia, adesso bisogna vedere che ci sia una città nuova.

C'è una nuova città? Questo bisogna chiederselo, non bisogna limitarsi ad affermarlo. Oggi come oggi, parliamo di novembre 2009, io non riesco a vedere nessuna L'Aquila: certamente non vedo più la vecchia, questo è indubbio, e se la vedrò - a dirlo sono le stesse autorità - la vedrò tra dieci anni, il che per la mia età, è un problema che non si pone proprio, ma non solo per la mia età perché tra dieci anni nessuno può dire cosa avverrà, perché in dieci anni possono succedere tante cose di tanta specie.''

 


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