La poetessa rumena Ana Blandiana al premio Laudomia Bonanni.

12 Ottobre 2007   12:23  
"La poesia è ciò che mi ha dato, come un sesto senso, la sensazione della presenza dell´altro nel mondo circostante. L´altro mi guarda dalle pietre, dalle piante, dagli animali, dalle nuvole, un altro che solo nei momenti di grande stanchezza si chiama nessuno". Lo afferma Ana Blandiana, la grande poetessa rumena, in questi giorni a L´Aquila in occasione della sesta edizione del Premio Internazionale di Poesia “L’Aquila-Carispaq” intitolato a Laudomia Bonanni. Oggi la poetessa farà visita ai detenuti del carcere “Le Costarelle” di Preturo. domani presenzierà alla serata conclusiva del Premio che avrà luogo al Teatro Comunale, dove sarà premiato il vincitore del concorso a cui hanno partecipato 94 opere già pubblicate, 29 scrittori alla prima opera. Il premio prevede sezioni dedicate agli studenti e ai detenuti, che hanno inviato 53 opere. Dice di Ana Blandiana il critico letterario Alessio Brandolini: "Quella della Blandiana è una poesia che si sviluppa nel tempo in modo costante eppure senza fretta, quasi con un certo aristocratico distacco, perché, come scrive l´autrice nel saggio citato, "sono un poeta, non posso permettermi di diventare un autore di versi". Un paradosso che rivela il carattere appartato e tendenzialmente malinconico di questa poesia che sa ascoltare le voci della natura e poi riportarle nei versi con una voce pulita, semplice ed essenziale". Molto attuale e significativa, dopo una stagione estiva caratterizzata dagli incendi boschivi, la sua poesia "Un tempo gli alberi avevano gli occhi", che pubblichiamo alla cortese attenzione dei piromani: Un tempo gli alberi avevano occhi,/ posso giurarlo, / so di certo / che vedevo quando ero albero,/ ricordo che mi stupivano / le strane ali degli uccelli / che mi sfrecciavano davanti,/ ma se gli uccelli sospettassero / i miei occhi,/ questo non lo ricordo più./ Invano ora cerco gli occhi degli alberi./Forse non li vedo/perché albero non sono più,/o forse sono scivolati lungo le radici / nella terra, / o forse, / chissà, / solo a me m´era parso / e gli alberi sono ciechi da sempre... / Ma allora perché / quando mi avvicino / sento che / mi seguono con gli sguardi,/ in un modo che conosco,/ perché, quando stormiscono e occhieggiano / con le loro mille palpebre,/ ho voglia di gridare - / Cosa avete visto?... FT

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