La protesta di Federbiologi al ritorno del tariffario

26 Luglio 2007   17:58  
Il Sindacato nazionale biologi liberi professionisti (Federbiologi) ha indetto stamane una conferenza stampa per annunciare l’inizio della protesta contro il ritorno del tariffario “Bindi”, l’abbattimento di un ulteriore 20% sul detto listino e il futuro taglio del 20% sui budget assegnati ai laboratori di ricerca (previsto con delibera della Giunta regionale n.485 del 10 luglio e che dovrebbe essere in vigore da gennaio 2008). “Questo tariffario - ha spiegato il presidente di Federbiologi, Egisto Cappellini – risale al decreto del Ministero della Sanità del 22 luglio1996. Nel 2001 fu considerato obsoleto e per questo abolito con sentenza del consiglio di Stato, in Abruzzo non è stato mai adottato perché si è preferito il tariffario regionale, mentre ora il Governo centrale ha deciso di reintrodurlo con una ulteriore riduzione del 20%”. Queste misure porterebbero, quindi, a una riduzione totale del 40% sulle tariffe attuali per le strutture che erogano le prestazioni di laboratorio in accreditamento, con un risparmio notevole per i cittadini da un lato e un deficit di bilancio per queste strutture dall’altro, che non permetterebbe loro di lavorare garantendo i livelli minimi di qualità imposti per legge. “Siamo costretti a questo tipo di protesta - ha sottolineato Cappellini - perché se mantenessimo lo stato attuale le nostre strutture non riuscirebbero a coprire i costi dell’attività. A questo va aggiunto, inoltre, che dal 2006 le nostre strutture non hanno recepito alcun compenso per le prestazioni erogate, oppure lo hanno recepito con forte ritardo, causando situazioni debitorie con gli istituti di credito”. La protesta prevede l’applicazione, per gli utenti non esenti, di un tariffario sociale equivalente a quello regionale applicato prima della reintroduzione del Bindi mentre, per gli utenti esenti, verrà accolto solo un numero programmato e limitato degli stessi, in linea con i tetti di spesa assegnati ai singoli laboratori. Superata questa disponibilità, le strutture lavoreranno in attività libero professionale con costi, quindi, totalmente a carico dei cittadini. “E’ una protesta misurata – ha aggiunto Cappellini – che tiene conto del cittadino pur mettendo in essere la grave situazione che si sta verificando in tutte le regioni d’Italia”. A detta del presidente di Federbiologi, infatti, questo provvedimento impone l’abolizione di un servizio di base di medicina distribuito capillarmente sul territorio, per lasciare il posto alle sole strutture pubbliche, con tempi di esecuzione delle prestazioni sempre più lunghi. “Tutto questo per un settore che nella nostra regione incide - ha concluso - dello 0,4% sull’intera spesa regionale per la sanità”. Valentina Tenaglia

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