La questione morale della ricostruzione approda in consiglio

03 Agosto 2010   14:06  

'' Mi auguro che la magistratura faccia al più' presto chiarezza con le indagini su cosa sia veramente successo. Non esiste nessuna consulenza tra il mio studio e Abruzzo Engineering, ciò che e' stato riportato da un quotidiano locale e' solo fango privo di alcun riscontro, cosa che mi amareggia molto"''Mia ferma volontà era e resta quella di coinvolgere la società Abruzzo Engineering nel processo di ricostruzione, per salvare i posti di lavoro e fare tesoro di molte importanti professionalità''.
Questo uno dei passaggio salienti dell'intervento in aula del consiglio del presidente Gianni Chiodi, all'indomani dell'inchiesta con al centro i lavori della ricostruzione e presunte regalie e che ha coinvolto tra gli altri l'assessore alla protezione civile Daniela Stati spingendola alle immediate dimissioni, e all'indomani di notizie di stampa che tiravano in ballo lo studio professionale di cui Gianni Chiodi è socio.

A seguire il dibattito, meno incandescente di quanto ci si poteva attendere  Cecè D'Alessandro dell'Italia dei valori si dice non soddisfatto delle spiegazioni del presidente Chiodi e ribadisce la necessità di una commissione d'inchiesta e di meccanismi istituzionali che garantiscano la trasparenza nelle scelte della ricostruzione.

Camillo D'Alessandro del Pd giudica poi gravissimo ciò emerge dall'inchiesta, ovvero l'ipotesi di gente che fa affari sulle lacrime e la tragedia del terremoto.

Sugli scranni della maggioranza si fa ovviamente quadrato intorno al presidente Chiodi. Lorenzo Sospiri e Gianfranco Giuliante del Pdl, giudicano opportune le dimissioni della Stati, invitando però ad attendere che la magistratura concluda le indagini, perché i processi in un paese civile si fanno in tribunale.

Nel servizio interviste a Maurizio Acerbo, Prc, Ricardo Chiavaroli, Pdl, Lorenzo Sospir, Pdl,  Paolo Palomba, Italia dei Valori


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore