La regione delle gaudenti notti a cinque stelle, e quella delle stagiste a 180 euro lorde al mese

30 Gennaio 2014   10:35  

Non è bastata l'ammissione della scappatella con l'amante da parte del presidente Gianni Chiodi. Non è bastata l'autorevole rassicurazione dell'assessore Mauro Febbo, ''Non siamo una regione di mandrilli''.

L'inchiesta di Rimborsopoli sta ancor di più devastando l'immagine dell'Abruzzo e della sua classe dirigente davanti ad un sempre più frastornata opinione pubblica italiana. 

Una Regione che a seguito dell'inchiesta che ha coinvolto il Comune dell'Aquila è stata per sineddoche già dipinta da qualcuno come popolata tout court da famelici terremotati impegnati a banchettare con i fondi della ricostruzione.

Oggi tra gli altri va giù duro Marco Travaglio nel suo editoriale sul Fatto quotidiano, dall'eloquente titolo ''Roba da Chiodi'', in cui oltre al regalo vergognoso da quattro miliardi che il governo delle Larghe Intese Sottobanco sta facendo alle banche, dedica spazio alla ''giunta abruzzese grandturismo, che gira l'Italia con amanti aviotrasportate e alloggiate a spese nostre''

Sul Centro, primo quotidiano d'Abruzzo, Giulio Di Tanna scrive della fatica di essere abruzzesi e spiega: ''Non mi riferisco alla crisi e ai numeri della disoccupazione che salgono mentre quelli del conto in banca (per chi ancora ce l’ha) scendono. No, la difficoltà di essere abruzzesi riguarda l’immagine che questa regione regala di sé al resto d’Italia da una ventina di anni in qua.''

E conclude: ''Quello a cui non si riesce proprio a fare il callo sono queste storie di sesso clandestino che ricordano le pochade di Feydeau, quelle dove gli amanti escono ed entrano da stanze comunicanti, un comicissimo vortice umano interrotto ogni tanto solo dal grido: «Cielo, mio marito!». Che nella versione abruzzese andrebbe corretto in un più realistico: «Cielo, mia moglie!''

Antonio De Frenza sempre sul Centro chiede le dimissioni di Chiodi: ''Ora l’inchiesta ne sta appannando anche l’immagine pubblica. L’ammissione del suo «errore» gli fa onore, ma in tempi così difficili per i cittadini che governa deve riflettere sull’opportunità di un passo indietro,riservando le forze a riconquistare se stesso e la sua famiglia.''

Oggi sempre sul Fatto Antonio Massari fa lo scoop e intervista la misteriosa stagista che nel marzo 2011 dormì con il governatore della regione Abruzzo nella stanza 114 dell'hotel Del Sole a Roma. Ottenendo poi un incarico nella commissione Pari Opportunità.

L'organismo regionale ne aveva ieri chiesto le dimissioni. La ragazza coglie l'occasione dell'intervista per contrattaccare: ''È singolare che chiedano soltanto le mie dimissioni: come mai non chiedono anche quelle del governatore? Faccio sommessamente osservare che sono coinvolta - e a questo punto vittima - in una situazione che, per quanto riguarda me, non comporta alcuna responsabilità penale. Vorrei ricordare che l'adulterio non è più considerato reato e per le considerazioni morali rispondo solo alla mia coscienza e alla mia famiglia. Però mi rendo conto della cultura che ancora domina in questo Paese''

Alla domanda ''Per la sua nomina è stata aiutata da Chiodi?'', la ragazza ribadisce poi di non aver avuto nessun aiuto a seguito della scappatella: ''La selezione è avvenuta pubblicamente vagliando i titoli e i curricula delle candidate. Una commissione esterna ha selezionato una rosa che poi è stata rimessa alla giunta regionale, per la valutazione, quindi inviata al ministero per la nomina (…) Che Chiodi definisca il nostro incontro come un errore non m'importa. Comprendo la la sua situazione personale. Ho una sensibilità che mi consente di guardare oltre.''

Nell'intervista emerge però anche un altro aspetto, non di natura giudiziaria o ascrivibile al gossip politico-giornalistico, assai in voga, di questa comunque poco edificante vicenda.

La ragazza per svolgere un lavoro importante, per curare progetti utili alla collettività (almeno si suppone) è ricompensata con la miserrima cifra di 180 euro lordi al mese. Non è qui in questione della presunta e per molti assai probabile raccomandazione.

E' la cifra che fa riflettere: 180 euro lordi al mese. 

Più o meno è quanto gli assessori inquisiti sono stati capaci di spendere per una cena o un paio di bottiglie di buon vino - pagate secondo gli inquirenti con i soldi nostri -  in una sola gaudente serata.

E' la metà di quello che Chiodi ha speso per la famosa notte all'Hotel Sole.

Per non parlare dei pernottamenti sotto la lente degli inquirenti da parte degli altri assessori e consiglieri inquisiti.  Solo per citarne alcuni: 327 euro a notte hotel Delano a Miami, 767 euro per due due notti all’hotel Des Indes di Amsterdam, 284 euro a notte al Four Seasons hotel di Toronto, 213 euro a notte all’hotel a cinque stelle Eurobuilding a Caracas. Due notti all’hotel Londra Palace di Venezia alla modica cifra di 1.250 euro.

Sono queste cifre, lecite e o meno non conta, ad amplificare nei social network e nei bar della regione, il distacco e il disgusto per la politica.

Le domande, forse qualunquiste, ma che tanti abruzzesi e italiani si pongono, sono del seguente tenore:

''Quanti sono le giovani e i giovani precari di talento che sono sfruttati anche dagli enti pubblici, per lavorare spesso il doppio di certi dipendenti forti della loro inamovibilità e iper-tutela sindacale?''

E ancora: ''Ma Lorsignori in che mondo vivono, per di più con i soldi nostri, come fanno a spendere in una notte in albergo quanto prende di pensione minima un anziano lavoratore abruzzese?''.

Non c'è solo la fatica di essere abruzzesi, c'è la fatica sempre più insostenibile di essere disoccupati e precari, parasubordinati, stagisti e flessibili, indebitati, tartassati e protestati.

Eppure sono tanti gli amministratori locali, o anche parlamentari e ministri che in altri paesi d'Europa, vanno a dormire addirittura in ostello, per poche decine di euro, in stanze dignitosissime, come in un congresso internazionale ha orgogliosamente documentato l'Aig, l'Associazione italiana alberghi per la gioventù.

Filippo Tronca

 

 


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