La rimozione delle macerie bloccata da una firma

08 Gennaio 2011   12:00  

Dopo il terremoto ci mancava la burocrazia. Una firma mancante sta infatti bloccando l'apertura del sito di Barisciano, uno dei 6 siti individuati per trasportare, trattare e stoccare le macerie post-simiche, un sito con una capienza pari a 4,2 milioni di tonnellate. Un mancata apertura che di fatto sta già ritardando la rimozione delle macerie dai centri storici distrutti dal terremoto del sei aprile e dunque l'avvio dei cantieri della ricostruzione.

La firma mancante dovrebbe dare il via ai lavori di adeguamento del sito, per cui è già pronto il progetto preliminare. E quell'unica maledetta firma, la dovrebbero vergare i funzionari dell'Sge, ovvero dalla la struttura commissariale, creata proprio per snellire le pratiche, per agire in deroga, sovraordinata a sindaci e d enti locali, che in questo caso hanno fatto bene e presto la loro parte. Il via libera all'incarico, rivela il quotidiano Il centro, sarebbe dovuto arrivare da un funzionario che poi è stato sostituito. Dal momento dell'avvicendamento, trascorsi ormai 4 mesi, la firma non è ancora arrivata. E il mistero si infittisce.

E così dopo 21 mesi dal terremoto è attivo ancora un solo sito per il trattamento dei materiali derivanti da crolli e demolizioni, sui sei che aveva garantito il ministro Prestigiacomo, ex Teges, Barisciano, Goriano Sicoli, Pizzoli, Capestrano e Isola del Gran Sasso. Al momento tutti i materiali vengono fatti confluire sul primo e unico sito in funzione, quello dell'ex Teges a Paganica, che però è vicino alla saturazione. E senza accelerazioni c'è il serio rischio che quando partiranno i cantieri e la quantità di macerie da rimuovere e stoccare si moltiplicherà, i siti non stanno ancora pronti.


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