La riorganizzazione della Regione può diventare una chiave strategica per lo sviluppo

L'intervento

30 Maggio 2012   11:12  

Stiamo assistendo da qualche tempo ad un dibattito astratto e fuorviante sull’Ente Regione che va dai tagli non meglio identificati proposti dall’assessore Carpineta alle prese di posizione preconcette di industriali e sindacati corporativi.

Ritengo invece che si debba partire da un esame bilancio sull’attuale assetto per delineare, nel quadro delle esigenze nuove che il contesto politico/programmatico ci sta ponendo, un assetto funzionale ed efficiente.

In tale ottica bisogna innanzitutto eliminare l’invadenza partitocratrica che ha portato, da un lato, a un assetto ridondante sprofessionalizzato e consociativo con decine di strutture periferiche (circa 40 per un costo annuale di oltre 140.000.000  di euro) e costose esternalizzazioni (attraverso le quali fare acquisti e assunzioni “clientelari”).

Le stesse proposte di scioglimento in atto delle strutture periferiche come l’ARSA .l’APTR,  le Comunità Montane, ecc., non hanno tenuto conto del fatto che già prima la spesa era a totale carico regionale e che quindi le economie saranno poche; mentre,invece, stanno diventando l’occasione per sistemare qualche figlio eccellente della partitocrazia.

Tali Enti andrebbero proprio eliminati, come le fantomatiche Società di gestione mandate sul mercato e soprattutto immediatamente andrebbero eliminati tutti i Consigli di Amministrazione !Si tratta poi di porre freno all’episodicità programmatico-clientelare che ha portato negli anni a scelte disastrose e diseconomiche che vanno dall’autoporto di Roseto, a quello di Avezzano, alla proliferazione di porticcioli turistici o alla reiterata espansione immobiliare di Nuclei Industriali da tempo ristagnanti, se non ad interventi disastrosi come quelli fatti al Porto di Pescara o per la Metro a L’Aquila.

Spesso l’attività programmatico-amministrativa si è risolta nell’assecondamento di manovre immobiliari private come quelle del MEGALO’, del Polo Agrozootecnico a Teramo o come quelle per 84 ML di euro a M. Greco o, ancora oggi come quelle in atto  sull’Altipiano delle Rocche.

Va perciò recuperata una capacità programmatico/attuativa che una volta esplicitato il Quadro rimanga coerente e attraverso un Piano Pluriennale di attuazione porti a fare consequenziali interventi organici.

Le scelte strategiche imposte da una logica (quantomeno) europea non possono far capo ad un municipalismo elettoralistico e non possono nascere da un “mosaico di interventi comunali” ma devono corrispondere ai reali temi territoriali che questa Regione ha di fronte come l’Area Metropolitana CH-PE, i Progetti Speciali Costa Teatina e Conurbazione lineare Martinsicuro-Silvi,e per l’interno il Progetto APE e i Piani delle aree Parco.

Questi temi postulano una Regione forte e trainante, capace di proporre,coordinare e concretizzare tutte le scelte strategiche.Va quindi ridelineato il ruolo della Regione superando quella “deriva devolutiva” che ha portato ad affidare compiti delicati e complessi a piccoli Comuni strutturalmente (per popolazione –circa 250 sono al di sotto dei 5.000 ab- e per carenze numeriche e professionali) inadeguati o a Province “territorialmente non rispondenti” ai temi territoriali, recuperando ad essa funzioni programmatiche strategiche ma forti e operative.

Si tratta di recuperare una maggiore organicità programmatica con una maggiore autorevolezza disciplinare e istituzionale costruendo 6/7 Direzioni fondamentali (Programmazione-Pianificazione;Industria e altri settori produttivi; Trasporti; LLPP; Sanità-Sociale;Cultura; ), con altrettanti referenti politici (assessori )!! Vanno quindi previsti Servizi complessi ed esaustivi nelle varie funzioni da affidare a professionalità adeguate a forte caratterizzazione tecnico-istituzionale capaci perciò di controbattere ai momenti di incoerenza municipalistico-clientelare della “POLITICA”.

Noi invece,alla Regione, abbiamo oggi una Programmazione che non ubbidisce ad un Quadro e non fa scelte ma si limita ad erogare i finanziamenti e forse a monitorarli; abbiamo una Pianificazione (con addirittura 3 Servizi privi di un adeguato Dirigente ?),completamente assente sul piano propositivo e molto più attenta (con un evanescente Comitato VIA/Servizio Valutazioni Ambientali )ad assecondare gli interventi che la “Politica” qui e là propone.Ancora oggi a tre anni dal terremoto …non abbiamo un Servizio sismico-geologico adeguato ai problemi posti dalle normative nazionali e soprattutto dalla necessità di verificare sotto tale profilo tutta la Pianificazione e gli interventi proposti sul territorio regionale.

In conseguenza di questo,abbiamo dovuto “silenti” assistere allo sperpero di denaro pubblico fatto per la vicenda del terremoto dai Commissari (Fontana,Cicchetti, Petullà , ecc.) con “linee normative fuorvianti e dilatorie”, tante assunzioni clientelari e tutta una fase di pesante quanto inutile Pianificazione preventiva (per circa 11 ML di euro) e abbiamo, con i nostri pochi tecnici competenti, dovuto supportarli cercando di tamponare le procedure improprie e tutti gli sperperi perpetrati.Già in questo campo, (…a proposito di Spending Review !…..), la Regione potrebbe avocare a se tutta la gestione e con un terzo delle risorse (4 Ml invece dei 12 Ml attuali) attrezzarsi e dare risposte più trasparenti ed efficienti in loco.

Nell’Ente Regione,(a fronte di mobilità e assunzioni a tempo clientelari/partitocratriche), va avviata immediatamente una campagna concorsuale aperta che porti ad una riqualificazione selettiva di tutto il personale e ad una parallela verifica delle competenze e dell’adeguatezza professionale dei Dirigenti.

Andrebbe poi affrontato il tema dell’istituzione di una Stazione Unica Appaltante che avochi a se tutte le gare per acquisto di beni ,servizi e che soprattutto consenta il superamento della opinabile gestione degli appalti  per l’esecuzione di lavori (per lo più,attualmente, fatti in contrasto con le incompatibilità di cui all’art. 84 del Regolamento  a costi non motivati…).

Di pari importanza è la questione della valorizzazione dei beni immobili in quanto la Regione ne continua a sottovalutare la portata finanziaria per il proprio bilancio e tende a svenderli magari per operazioni immobiliari come stiamo facendo nelle “aree ex Cofa” che cediamo mentre contraddittoriamente vogliamo realizzare i nostri Uffici acquistando le “aree Camplone”.

Un tema di fondo che non si è mai voluto affrontare con un conseguente attrezzamento è quello della riscossione coatta di tutte le sanzioni che come quelle fatte per gli interventi abusivi in zona vincolata sono “politicamente impopolari” e perciò non vengono perseguite fino in fondo.

C’è infine il buco di un’Avvocatura a conduzione monocratica che continua ad assecondare con strani pareri le peggiori manovre della “politica” (vedi Sanità o Discarica di Colle Cese, ecc.) o peggio le scelte arbitrarie fatte sul personale che hanno portato a “costose soccombente” (delle quali sarebbe interessante acquisire finalmente dei dati ?).

Una risposta finale meritano gli irrequieti  “Costruttori” che vanno invocando fantomatiche semplificazioni in campo urbanistico/ambientale (magari con il nuovo Piano Paesistico e la nuova Legge Urbanistica elaborati da Ecosfera & Soci ?? ), la devono smettere di allestire manovre immobiliari in deroga e in variante sulle quali richiedere la complicità della “politica” e delle istituzioni: è ormai ora che questi abbandonino un immobiliarismo espansionista tutto a danno del territorio e dell’ambiente per proporsi come interpreti (industriali) qualificati del recupero dei centri storici e della riqualificazione delle attuali informi periferie senza consumare ulteriore suolo.

Architetto Antonio Perrotti
Cgil dirigenti


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