La saga dei fondi Fas tra rischi di tagli, scippi e ritardi

31 Agosto 2011   13:01  

In queste ore è allarme e mobilitazione politica per scongiurare i tagli ai fondi Fas, ovvero i fondi nazionali per le aree sottoutilizzate, di cui 612 milioni di euro spetterebbero all'Abruzzo.

La finanziaria del mille dolori e altrettanti ripensamenti prevede tra le altre amare medicine anche un taglio da 6 miliardi di euro a carico dei ministeri, che proprio sui Fas di loro competenza potrebbero affondare la mannaia, a discapito delle Regioni.

Gli onorevoli abruzzesi, di destra e e sinistra si preparano perciò alla battaglia degli emendamenti.

In prima linea il senatore del Pdl Paolo Tancredi, segretario della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, primo firmatario di un emendamento per l'esclusione dei Fas dai tagli lineari ai Ministeri.Tancredi aveva dichiarato a tal proposito: "L'approvazione di questo emendamento darebbe certezza sulla totale assegnazione dei Fas alle regioni che hanno capacita' di spesa in base al patto di stabilità. L'Abruzzo e' fra le regioni interessate all'approvazione di tale emendamento per sbloccare definitivamente il programma condiviso con le parti sociali di cui tanto si e' parlato in queste settimane".

Pronto anche l'emendamento delle opposizioni con primo firmatario Alfonso Mascitelli dell'Idv che ha spiegato: ''Nell'articolo 1 della manovra mentre si esclude dai nuovi tagli il fondo unico dello spettacolo e i fondi per la ricerca e l'università, si dice che di questa esclusione non fa parte il Fas. E se si aggiunge che ai ministeri si tagliano risorse per 6 miliardi, è evidente che anche le voci dei ministeri andranno a incidere sulle risorse Fas''.

Il Pd non esclude la possibilità di accorpare gli emendamenti che tanto dicono la stessa cosa. Dubbi sulla copertura, visto che il saldo della Finanziaria deve rimanere immutato a seguito di qualsivoglia modifica. L'emedamento di Mascitelli indica come copertura alternativa ai 6 miliardi un aumento delle tasse per le banche, le assicurazioni e per le lotterie.

Per Tancredi invece la copertura non serve: gli emendamenti dicono che i fondi Fas non devono essere toccati dai tagli ai ministeri. Dunque se approvati i ministeri dovranno provvedere a tagliare altre voci del loro bilancio, e non si ha perciò l'obbligo di indicare altre coperture.

Quella dei Fas è una partita decisiva per l'Abruzzo, e per una classe politica, di centrosinistra prima e di centrodestra oggi, che dal 2007 indica questi fondi come l'unico vero ossigeno disponibile una Regione che, a causa del debito e degli obblighi di risanamento, non ha altre risorse sostanziose a cui attingere. Fondi che però nel tempo man mano si sono assottigliate in attesa di essere finalmente erogati e spesi. Erano 854 milioni nel 2007, oggi sono 612 milioni di euro, a seguito di tagli e limature decise dal governo.

L'Abruzzo poi 160 milioni della sua dotazione li ha dovuti usare per coprire il debito sanitario, con l'intento di recuperarne 110 vendendo il patrimonio immobiliare della Asl. Ma per l'operazione si prevedono tempi lunghi. La battaglia di queste ore è quella di evitare nuovi tagli. Ma non si spengono i riverberi della polemica agostana sulla presunta bocciatura dei Fas per l'Abruzzo.

Il Cipe, nella seduta dello scorso 3 agosto, aveva infatti sbloccato fondi per il Molise per ben 1,3 miliardi di euro, di cui 576 sul FAS, Lo stesso non è accaduto per l'Abruzzo, escluso anche dai finanziamenti erogati a favore delle regioni del Mezzogiorno.

L'opposizione aveva gridato allo scandalo, aveva accusato il presidente Chiodi di essersi fatto scippare il tesoretto sotto il naso e per giunta dal governo amico .

Il presidente Chiodi ha subito risposto piccato: ''Nessuna bocciatura e nessun taglio. Il ritardo nel riparto della nostra quota Fas, non autorizza a dire che il Fas Abruzzo è stato bocciato. Ad eccezione del Molise, che ha adottato una strategia diversa, optando per il finanziamento di un unico progetto, nessuna Regione italiana ha ricevuto la rispettiva parte dei fondi'Fas''. In ordine all'ulteriore polemica sollevata sulla "presunta non presenza" dell'Abruzzo nei fondi per il Mezzogiorno, Chiodi ha poi sottolineato che "l'Abruzzo non poteva uscirne fuori semplicemente perche' non vi e' mai entrato, in quanto regione non in obiettivo convergenza ma in quello competitivita'" .

E soprattutto ha promesso Chiodi: '' I Fas arriveranno a settembre''.

Tutte falsità secondo il senatore Pd Giovanni Legnini: "La tesi in base alla quale l'Abruzzo non c'e' perche' non sarebbe piu' nel Mezzogiorno e' incredibile: l'Abruzzo e' nell'obiettivo Competitivita' al pari del Molise, della Basilicata e della Sardegna. Chiodi avrebbe dovuto spiegare una sola cosa: perche' queste tre regioni sono destinatarie di notevoli risorse statali con la delibera Cipe e solo l'Abruzzo no".

Altro argomento del contendere intorno ai Fas è il loro utilizzo.

La Regione ha indicato al Governo i seguenti assi di intervento: internazionalizzazione delle imprese, l'innovazione, la ricerca, la sicurezza nelle scuole, la promozione turistica, l'automotive, il nuovo welfare, la valorizzazione della costa dei trabocchi, sostegno alle politiche industriali della Valle peligna.

I fondi Fas insomma non andranno a finanziare le grandi opere, porti e autostrade in primis.

Per quelli dovrebbero essere disponibili le risorse dell'Accordo integrativo quadro per le infrastrutture ed il Masterplan. Un finanziamento garantisce Chiodi che ammonterà nei prossimi anni a 7 miliardi di euro.

''Anziché dire al Governo - ha spiegato  Chiodi nel corso del consiglio regionale di ferragosto - di destinare la nostra porzione di Fas ad una sola grande opera, col pericolo di utilizzarli chissà quando, abbiamo preferito averli subito e spalmati su settori diversi ma ugualmente importanti per la ripresa del territorio tout court".

''Non abbiamo altri fondi, ci sono solo i Fas – ha esplicitato il concetto il capogruppo Pdl in Regione Lanfranco Venturoni - per rilanciare l'economia dell'Abruzzo. Concentrarsi su poche opere significherebbe togliere ossigeno a chi oggi va avanti con fatica e rischia la paralisi.''

Non sono però d'accordo con questa impostazione gli imprenditori e costruttori abruzzesi che si riconoscono nelle critiche del presidente dell'Ance Paolo Buzzetti: '' Esprimo la netta contrarietà – ha affermato - a qualsiasi ulteriore spostamento di risorse Fas a impieghi diversi da quelli delle infrastrutture. Avevamo avuto assicurazione che l'epoca del Fas-bancomat sarebbe finita. Più in generale, avevamo lanciato già a maggio l'allarme con gli Stati generali dell'edilizia. Qualcuno ci aveva trattato con sufficienza, ma avevamo visto giusto e quell'iniziativa e le proposte conseguenti sono servite a tenere coeso e in piedi un settore allo stremo. Ora, però, senza rilancio, si chiude''.

D'Accordo il Fli abruzzese dell'imprenditore Daniele Toto: ''Dobbiamo puntare su opere fondamentali e sui settori strategici per l'Abruzzo, come aeroporto, ferrovia, interporti, turismo, artigianato e pmi''.

Ed anche il Pd fa propria questa critica: '' Le opere infrastrutturali, come ad esempio l'aeroporto, il porto di Pescara e il porto di Ortona, sono fondamentali per il rilancio della nostra regione. Le infrastrutture hanno un ruolo decisivo anche per garantire la qualità' della vita dei cittadini. In tale ottica andrebbe recuperato il progetto della metropolitana di superficie Sulmona – Pescara in quanto contribuirebbe in maniera decisiva non solo alla questione della viabilità' ma anche della salute dei cittadini''.

E proprio la scelta dell'utilizzo a pioggia dei Fas, sarebbe per il senatore Legnini la ragione del ritardo dell'erogazione, e della mezza bocciatura: ''Basta fare una visita al ministero dello Sviluppo economico e parlare con chiunque, anche con l'usciere, per accertarsi che i piani presentati non sono stati ritenuti accettabili: altrimenti Chiodi ci spieghi perche' e' stato rimodulato tre volte e perche' non e' stato approvato con l'ultima delibera Cipe".

Concludendo: sono oramai cinque anni che i fondi Fas sono al centro del dibattito politico regionale. Da tutti indicati come il toccasana per un economia in forte difficoltà, unica ed ultima chance di rilancio e finanziamento dello sviluppo per una macchina regionale le cui magre risorse se ne vanno tutte o quasi a coprire i debiti e per le spese enormi del suo stesso funzionamento.

Ma a cinque anni di distanza non c'è ancora certezza sull'importo, sui tempi di erogazione, e non c'è condivisione sulla destinazione d'uso. E il rischio è che la medicina arrivi a paziente morto.

'' L'Abruzzo stenta a riprendere fiato – lancia a tal proposito l'allarme la Confocommercio regionale - e i fondi FAS sono in ritardo. La Regione promette che arriveranno a fine agosto, ma per molti sarà tardi e bisognerebbe muoversi ben prima. Cioè subito.''

FT


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