La salute degli abruzzesi sotto la lente

Rapporto Osservasalute 2009

16 Marzo 2010   23:44  

L’Abruzzo ha raggiunto un traguardo anti-spreco e contro l’inappropriatezza delle prestazioni sanitarie: infatti si presenta come la Regione che in due anni ha ridotto di più il tasso standardizzato complessivo di dimissioni ospedaliere (ovvero in regime ordinario e in day hospital): la Regione è passata da un tasso di 263,2 per mille nel 2005 a 217,4‰ nel 2007, anno in cui il valore medio italiano è di 193.
Anche per il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime ordinario l’Abruzzo è la Regione che ha diminuito di più questa voce dal 2005: da un tasso di 192,5‰ nel 2005 a uno di 158,6‰ nel 2007, anno in cui il valore medio italiano è di 133,1. Infine il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital è pari a 58,7 per 1.000, mentre la media italiana è di 59,9. Si registra una forte diminuzione del tasso di day hospital dal 2005, quando era pari a 70,7 per mille.

Sono alcuni dei dati che emergono dalla settima edizione del Rapporto Osservasalute (2009), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata all'Università Cattolica.

Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma e coordinato dal Professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia, il Rapporto è frutto del lavoro di 176 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici ed economisti distribuiti su tutto il territorio italiano, che operano presso Università e numerose istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere ed Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).

La popolazione della Regione cresce molto: presenta un saldo medio annuo nel biennio 2007-2008 pari a +9,4 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media italiana di 7,7%. Il saldo naturale è pari a -1,6‰; mentre il saldo migratorio è pari a +11‰.

L’Abruzzo ha un tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) pari a 1,252 figli per donna contro un valore medio italiano di 1,373. In Abruzzo l’età media al parto è pari a 31,5 anni contro una media italiana di 31,1 anni.

È discreta la quota di nati da almeno un genitore straniero: nel 2007 la percentuale di nati con padre straniero è di 8,6% a fronte di un valore medio italiano di 12,2% e la percentuale di nati con madre straniera è di 12,2% a fronte di un valore medio italiano del 14,6%.

L’Abruzzo ha una speranza di vita alla nascita per il 2008 (stime provvisorie) per i maschi pari a 78,7 anni (78,7 anni è la media italiana), mentre per le donne è di 84,7 anni (84 è la media italiana).

In Abruzzo il 10,5% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni (a fronte di una media italiana del 10,5%), mentre le persone con 75 anni ed oltre sono il 10,9% della popolazione regionale contro il 9,7% medio italiano.

Non sono molti in Abruzzo gli anziani che vivono soli: la percentuale di persone dai 65 anni in su che vive sola in Abruzzo è pari al 10,1% dei maschi in quella fascia d’età (valore medio italiano 13,6%), 34,1% delle femmine (valore medio italiano 36,9%), per un totale del 23,8% delle persone in questa fascia d’età (la percentuale minore d’Italia), contro una media italiana di 27,1%.

La quota di persone anziane che vivono sole sul totale della popolazione della stessa fascia di età rappresenta un prezioso indicatore in sede di programmazione dei servizi territoriali di tipo socio-sanitario. Il motivo è che gli anziani che vivono soli sono maggiormente esposti al rischio di emarginazione sociale e, data l’età, all’insorgenza di patologie gravi e invalidanti che possono portare al confinamento e, comunque, alla necessità di assistenza socio-sanitaria anche nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana.

Inoltre, in Abruzzo la mortalità complessiva (per tutte le cause) oltre il primo anno di vita è pari a 109,11 per 10 mila abitanti tra i maschi (dati provvisori per l’anno 2007), contro una media italiana di 113,91, mentre è pari a 66,15 per 10 mila tra le donne, contro una media italiana di 70,37.


STILI DI VITA

Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, la percentuale dei fumatori è pari al 20,9% (anno 2007) della popolazione regionale over-14 contro una media nazionale del 22,1%; il 54,8% della popolazione è costituito da non fumatori, mentre la media nazionale si assesta sul 53,2%. L’Abruzzo ha una quota di ex-fumatori del 21,9% (22,5 valore italiano).

Per quanto riguarda il consumo di alcol l’Abruzzo nel 2007 presenta una quota di non consumatori pari al 33,3%. Il dato italiano per i non consumatori è nel 2007 il 29,1%. I consumatori sono il 63,6% contro un valore medio nazionale di 68,2%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 19,8% dei maschi (valore medio italiano 22,4%) e al 9,6% delle femmine (valore medio italiano 13%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 24,9% dei maschi (valore medio italiano 21,1%) e al 2,8% delle femmine, la quota più bassa d’Italia, (valore medio italiano 5,7%). Sempre in questa fascia d’età la presenza di binge drinker è per i maschi pari a 19,7% (media italiana 15,8%), mentre per le femmine è pari al 2,1%, la quota più bassa d’Italia (media italiana 4%).

Pessima la silhouette dei cittadini della Regione, infatti la percentuale di individui in sovrappeso è pari al 37,8%; il valore medio nazionale è il 35,6%. È obeso l’11,4%, contro il valore medio italiano di 9,9%.
Male rispetto al resto d’Italia anche la linea dei bambini: in Abruzzo il 12,8% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media italiana dell’11,5% (anno 2008). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 25,7% contro un valore medio italiano del 23,1%.

Per quanto riguarda la pratica di sport in Abruzzo il 20% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, contro un valore medio italiano di 20,6%; il 22% fa qualche attività fisica contro il 29,6% degli italiani, mentre il 48,1% non ne pratica affatto (39,5% media italiana).

PREVENZIONE


Per quanto riguarda la copertura vaccinale d’Italia per i bambini di età inferiore ai 24 mesi (anno 2008) in Abruzzo si registrano i seguenti valori: il 97,9% di copertura per Poliomielite, il 97,9% per anti-Difterite e Tetano (DT) o DT e Pertosse (DTP), il 97,9% per Epatite B, il 92,2% per una dose di vaccino anti-Morbillo, Rosolia e Parotite (MPR) e il 97,9% per Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), contro i valori medi italiani di 96,3%, 96,7%, 96,1%, 89,5%, 95,7% rispettivamente.

Discreta in Abruzzo la copertura vaccinale antinfluenzale per la stagione 2008-2009 per gli over-65enni, la fascia d’età più a rischio per le complicanze influenzali e per la quale l'obiettivo minimo è raggiungere un tasso di copertura del 75%: si è vaccinato il 68,4% delle persone in questa fascia d’età contro una quota media in Italia del 66,2%.

Poco sviluppate sono le offerte in ambito di prevenzione secondaria oncologica: la Regione, infatti, ha una bassa adesione ai programmi di screening mammografico. Nella fascia di età 50-69 anni l’estensione effettiva del programma (proporzione di donne effettivamente invitate rispetto a quelle previste dalla popolazione obiettivo annuale) è pari al 33,8% contro il 62,3% medio nazionale nel 2007.

MALATTIE

Tassi di ospedalizzazione particolarmente elevati per le malattie cerebrovascolari nel loro complesso (ictus emorragico, ictus ischemico, TIA etc) si registrano, nell’ultimo anno considerato (2006), in Abruzzo per gli uomini (930,0 per 100.000), contro un valore medio italiano di 773,1. Altro primato negativo per l’Abruzzo si registra per quanto riguarda il rapporto tra mortalità per malattie ischemiche del cuore nelle classi di età più anziane rispetto alle più giovani, nelle donne (circa 886 volte il tasso di mortalità nelle ultra 75enni rispetto alle donne di età 45-54).

Per quanto riguarda le malattie infettive la Regione presenta un tasso di incidenza di AIDS pari a 1,3 per 100.000 per l’anno 2008.

In Abruzzo si registra una mortalità per i tumori per i maschi (2007) pari a 31,23 per 10 mila (la mortalità media italiana di 37,84), e per le femmine è pari a 16,18 per 10 mila (mortalità media italiana di 20,12).

Quest’anno il Rapporto ha considerato l’evoluzione dell’incidenza dei tumori negli ultimi decenni. La mortalità è diminuita sia per i maschi sia per le femmine dal 1980-89 al 2000-2009. È emerso che i tassi medi standardizzati di incidenza per tutti i tumori maligni nella classe di età 0-84 anni sono aumentati sia per gli uomini che per le donne; sono passati per i maschi da 265,6 per 100.000 tra 1980-1989, a 289,2 tra 1990-1999, fino a 284,2 tra 2000-2009 (il valore medio italiano per l’incidenza maschile è variato da 362,7 a 377,6 fino a 349,4).
La mortalità maschile è passata da 186,7 a 191,4 fino a 173,8 (a fronte del dato italiano 252,8 a 237,8 fino a 193,3).
Per le femmine i tassi medi standardizzati di incidenza per tutti i tumori maligni nella classe di età 0-84 anni sono passati da 174,1 a 192,2, fino a 206,5 (il valore medio italiano è variato da 233,2 a 255,6 fino a 270,0); la mortalità femminile da 104,8 a 99,6 fino a 89,5 (in Italia rispettivamente 129,7 120,8 106,0).

Se andiamo ad osservare le malattie psichiche in Abruzzo si riscontrano valori elevati per i tassi di ospedalizzazione per disturbi psichici (includendo in questa definizione un’ampia gamma di disturbi tra cui le psicosi, le nevrosi, i disturbi della personalità ed altre patologie, anche correlate all’abuso di sostanze): 87,82 maschi per 10.000 nel 2006, il valore maggiore in Italia (vs 50,64 medio in Italia), 75,27 femmine per 10.000 nel 2006 (vs 48,73 medio in Italia).

L’Abruzzo nel 2008 fa registrare un consumo di antidepressivi più che triplicato dal 2000 al 2008: si va da 8,19 dosi definite giornaliere (DDD) per 1000 abitanti nel 2002 a 33,34 per 1000 nel 2008 che corrisponde a un aumento del 307,1%. A livello nazionale invece i consumi sono più che triplicati, si è passati da 8,18 a 33,55 (+310,1%).
Elevato anche il consumo di farmaci antipsicotici, pari a 6,13 dosi definite giornaliere (DDD) per 1000 abitanti nel 2008, con un aumento forte del 68,9% dal 200.

DISABILITÀ

Un altro fattore indicativo dello stato generale di salute della Regione è la condizione e la qualità di vita di persone con disabilità: quest’anno il Rapporto ha preso in esame l’importo medio annuo delle pensioni di disabilità che consente di fornire una visione globale del supporto di tipo monetario che lo Stato offre alle persone disabili. I benefici di tipo monetario rimangono infatti la principale tipologia di supporto e rappresentano ad oggi ancora una delle poche fonti che consente di dimensionare la condizione economica delle persone con disabilità. In Abruzzo nel 2006 i maschi beneficiari di pensione di invalidità sono stati 68.116 per un importo medio di 11.648 euro (compenso lordo annuale), le femmine 74.992 per un importo medio di 10.400 euro, il maggiore d’Italia; per un totale di 143.108 beneficiari e un importo medio di 10.994 euro. I corrispettivi valori in Italia sono mediamente di 2.252.574 maschi disabili che percepiscono in media 12.334 euro annui di pensione, 2.464.306 femmine che percepiscono in media 11.130 euro l’anno, per un totale di 4.716.880 disabili e una pensione media di 11.705 euro l’anno.

L’Abruzzo è tra le regioni dove la rete informale di aiuti alle famiglie con un disabile (quelli prestati alla famiglia in modo gratuito da persone e/o parenti che non vivono con loro) è più rarefatta con solo il 21% di famiglie raggiunte da almeno un aiuto da parte di persone non conviventi, sia familiari che non familiari contro una media italiana di 31,02%. È anche la Regione con la minore quota (7,33% vs il valore medio italiano di 15,27%) di aiuti formali pubblici che includono prestazioni non sanitarie di aiuto o assistenza ricevute a domicilio, prestazioni sanitarie a domicilio e prestazioni economiche erogate dal Comune o da altro Istituto/Ente pubblico.


SALUTE MATERNO INFANTILE


Organizzazione dei punti nascita – In Abruzzo va migliorata; infatti su questo fronte il traguardo cui si deve mirare è raggiungere un’alta percentuale di parti in punti nascita che gestiscono annualmente un ampio numero di parti (questi sono i punti nascita in cui si registrano i migliori esiti dei parti perché più è ampio il bacino di utenza maggiore è l’esperienza delle professionalità all’interno di una struttura).

Invece nel 2006 nella Regione il 40,72%, dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 casi annui, contro una media nazionale del 10,47%; il 37,64% dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività compreso tra 500 e 799 casi annui (14,80% il valore medio nazionale) e lo 0% contro il 10% italiano dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività compreso tra 800 e 999 casi annui. Il 21,63% dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività superiore a 1.000 (64,73% il valore medio nazionale).


In Abruzzo il tasso standardizzato di interruzione volontaria di gravidanza è nel 2006 è pari a 8,74 casi per 1.000 donne contro un valore medio nazionale di 9,16 casi per 1.000 donne.

L’Abruzzo presenta una proporzione alta dei parti con taglio cesareo (TC), pari al 46,88% (totale TC sul totale dei parti - anno 2006), contro la media nazionale di 39,30%. In Abruzzo si registra un aumento sia della proporzione di TC primario, sia del ricorso al TC ripetuto.

L’Abruzzo nel 2006 presenta un tasso di mortalità neonatale di 3 casi per mille nati vivi), contro un valore medio italiano di 2,5; un tasso di la mortalità infantile di 3,9 casi per mille nati vivi contro una media italiana di 3,4 casi.


LA CURA DEI DENTI


Quest’anno il Rapporto prende anche in esame la salute della bocca degli italiani che offre anche uno spaccato di quelle che sono le possibilità economiche delle famiglie per le spese che riguardano la salute dato che nel nostro Paese le prestazioni sanitarie connesse alla salute del cavo orale vengono erogate principalmente da professionisti che operano nel settore privato, comportando di fatto uno svantaggio per i cittadini il cui reddito è insufficiente a coprire spese sanitarie per la salute orale, specie se ingenti.
In Abruzzo la percentuale di persone di 3 anni e più che hanno fatto ricorso ad un odontoiatra per visite di controllo o per trattamenti nei dodici mesi precedenti la rilevazione presso qualsiasi tipo di struttura, sia del SSN che privata o accreditata si avvicina a stento al 40% dei cittadini della Regione a fronte della media italiana del 40%.
In Abruzzo il 90% delle visite dal dentista sono state totalmente a carico delle famiglie.


SISTEMA SANITARIO REGIONALE

Passando all’analisi sulla “salute” del Sistema Sanitario Regionale emerge tra le performance economico-finanziarie che nel 2006 in Abruzzo il rapporto spesa/PIL è pari al 8,56%, contro un valore medio italiano di 6,79%.

La spesa sanitaria pro capite in Abruzzo è di poco inferiore alla spesa media italiana e pari a 1775 euro, a fronte di una spesa media italiana di 1787 euro nel 2008. Sebbene sia tra le regioni in “difficoltà” finanziaria e, quindi, soggette a piano di rientro, l’Abruzzo ha aumentato (+24,39% dal 2002) la spesa pro capite. L’Abruzzo è in disavanzo: il debito pro capite del 2008 ammonta a 67 €. Tuttavia si noti che, tra le regioni assoggettate a piano di rientro, miglioramenti consistenti si riscontrano a livello pro capite proprio in Abruzzo che ha diminuito di 48 € il suo disavanzo pro capite rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda l’organizzazione della forza lavoro medica è emerso che l’Abruzzo ha una quota elevata (seconda solo alla Valle D’Aosta) di pediatri di libera scelta (PLS) (questa figura offre assistenza sanitaria di primo livello ai bambini, dalla nascita fino al compimento dei 14 anni, con attività che riguardano la diagnosi e la cura delle malattie, la prevenzione e l’educazione sanitaria) rispetto alla popolazione residente in età pediatrica (età inferiore ai 14 anni): 1,15 per 1000 bambini di 0-14 anni, contro un valore medio italiano di 0,98.

Inoltre, si noti che in Abruzzo si riscontra uno tra i tassi più alti per le specializzazioni chirurgiche: la quota di chirurghi in attività in Abruzzo è pari al 38,2% del totale dei medici impegnati nelle specializzazioni; un primato positivo per l’Abruzzo riguarda i medici con la specializzazione in Geriatria: in Regione si rileva la quota maggiore di medici in attività con questa specializzazione (3,3% contro l’1,9% medio italiano).
Per quanto riguarda invece le apparecchiature per la diagnostica, si noti che l’Abruzzo al 2007 non possiede ancora nemmeno un’apparecchiatura per la PET, la tomografia ad emissione di positroni.

L’Abruzzo presenta un buon numero di casi trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), nel 2007 solo 964,8 casi per 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 799,3. In Abruzzo la quota di ADI erogata ad anziani è pari all’80,7% di tutte le ADI. Il numero di anziani trattati in ADI riferito alla stessa popolazione anziana residente è pari a 38,2 casi per 1.000 abitanti di età superiore a 65 anni. Il dato nazionale è pari a 34,3 casi trattati per 1000.
L’Abruzzo ha una percentuale di ADI erogata a soggetti in fase terminale pari all’8% di tutte le ADI. Il numero di soggetti in fase terminale trattati in ADI in Abruzzo si assesta su 77,2 casi per 100 mila, a fronte di una media nazionale di 70,4 (per 100.000).

Per quanto riguarda l’organizzazione dei presidi residenziali per long-term care, dedicati a soggetti che necessitano di assistenza continua a causa di patologie croniche e di ridotto grado di autonomia nelle attività quotidiane e che rappresentano un nodo fondamentale della rete dell’assistenza, l’Abruzzo presenta nel 2005 un tasso complessivo di questi presidi pari a 8,75 per 100 mila abitanti contro una media nazionale di 11,17 e un tasso di posti letto di 382,02 per 100 mila abitanti contro una media nazionale di 511,49.

Per quanto riguarda il consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di “DDD/1.000 abitanti die”, cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti) nel 2008 l’Abruzzo presenta un consumo di 933 DDD/1.000 abitanti die, a fronte di un valore medio nazionale di 924.
Per quanto riguarda la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN in Abruzzo è pari a 220,2 euro nel 2008, (vs la media nazionale di 213,4 euro).

In Abruzzo il dato sull’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto sul totale delle DDD prescritte è pari al 40,7% del totale dei consumi, contro una media italiana del 43,2%. La spesa pro capite per questi farmaci è pari al 26% della spesa totale, contro il valore medio nazionale di 27,1%.

Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, nel 2007 in Abruzzo la degenza media standardizzata per case mix è pari a 6,5 giorni (media italiana 6,7). Quanto alla Degenza Media Preoperatoria standardizzata in Abruzzo è pari a 1,9 giorni, contro una media italiana di 1,99 nel 2007.


TRAPIANTI

L’Abruzzo ha una quota di donatori utilizzati (donatore dal quale almeno un organo solido è stato prelevato e trapiantato) pari a 12 per milione di popolazione – PMP - (contro il 18,3 PMP italiano) e una percentuale di opposizioni alla donazione pari al 43,6% (contro un valore medio italiano di 32,6%).


IL VOTO DEI CITTADINI AL SISTEMA SANITARIO DELLA REGIONE

In Abruzzo il grado di apprezzamento e soddisfazione dei cittadini per il Servizio Sanitario del proprio territorio, (Anno 2005) è discreto: il 16,7% della popolazione ha dato un punteggio insufficiente (da 1 a 4), il 45,4% un punteggio appena sufficiente (da 5 a 6), il 31,7% ha dato un punteggio alto (da 7 a 10); i corrispettivi valori medi italiani sono 17,2%, 43,4%, 34,0%.

I cittadini della Regione sono poco ottimisti sul futuro del SSN: il 10,6% dei cittadini della Regione pensa che il servizio sanitario pubblico stia migliorando, il 46% pensa sia rimasto più o meno uguale nell’ultimo anno, il 26,7% che stia peggiorando, infine il 16,7% non sa rispondere; i corrispettivi valori medi nazionali sono 11,6%, 44,9%, 28,0%, 15,5%.


COMMENTI E CONCLUSIONI

Tra i dati più significativi che emergono dall’analisi del Rapporto Osservasalute 2009 vi è sicuramente quello relativo alla riduzione dei ricoveri ospedalieri sia in regime ordinario che day hospital. Tuttavia il tasso di ospedalizzazione resta ancora ampiamente superiore a quanto disposto dal piano di rientro.
Parallelamente si è osservato un sensibile miglioramento del dato economico-finanziario, con una riduzione della spesa sanitaria pro-capite rispetto all’anno precedente.

Positivi anche gli indici relativi al capitolo della prevenzione ed in modo particolare quelli connessi alla copertura vaccinale dei bambini di età inferiore ai 24 mesi e la copertura vaccinale antinfluenzale di soggetti con età superiore ai 65 anni.
Risultano essere sostanzialmente negativi, invece, gli indici relativi all’adesione ai programmi di screening mammografico e agli stili di vita (in particolare obesità e pratica di sport).

Un dato di particolare rilievo è quello relativo ai casi trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI): in particolare risulta essere superiore agli indici medi nazionali l’assistenza rivolta ai soggetti in fase terminale anche in relazione al basso numero di presidi residenziali per long-term care, dedicati a soggetti che necessitano di assistenza continua a causa di patologie croniche e di ridotto grado di autonomia nelle attività quotidiane.

Relativamente al capitolo malattie si evince che l’incidenza di tumori maligni nella classe di età compresa tra 0 e 84 anni è complessivamente aumentata sia negli uomini che nelle donne.
Si rilevano, infine, come dati negativi, la presenza di Punti Nascita che gestiscono pochi parti (meno di 500) ed un elevato numero di parti con taglio cesareo rispetto alle medie nazionali.

Gli indicatori di salute espressi nel Rapporto Osservasalute 2009 descrivono una situazione nel suo complesso in via di miglioramento. Restano, tuttavia, da risolvere criticità centrali del sistema, come il riordino della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale, ancora carente nelle sue offerte di residenzialità e semiresidenzialità e il completamento del risanamento economico.

 


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