Facebook si trova nel bel mezzo di una vera e propria tempesta della «privacy» da esso stesso scatenato.
Prima i cambiamenti senza preavviso del confine tra pubblico e privato nelle pagine che ogni utente mette su Facebook.
Poi la concessione agli inserzionisti pubblicitari di un accesso privilegiato ai profili degli utenti a fini commerciali.
Accantonati con fatica quei contenziosi, ecco la battaglia estiva, combattuta soprattutto in Europa, per impedire alla grande rete sociale californiana di introdurre unilateralmente nel proprio sito il sistema di riconoscimento digitale dei volti.
Due giorni fa, infine, il caso Timeline, con gli utenti di mezzo mondo che hanno accusato Facebook di aver trasferito improvvisamente e senza autorizzazione nelle loro pagine pubbliche gli scambi di messaggi privati del 2008 e del 2009.
Insomma, giorni difficilissimi per il gigante dei «social network», anche se quest'ultimo caso verrà probabilmente derubricato a banale malfunzionamento della propria piattaforma: un problema causato da un «bug», le cui conseguenze dovrebbero essere piuttosto limitate.