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Apre oggi a Montpellier in Francia la mostra di fotografie di Emiliano Dante "Réflexions sur la symetrie". L'esposizione nasce da una collaborazione tra il Consorzio Universitario Multimediale (C.U.M.), associazione culturale aquilana, e la MJC André Malraux di Castelnau-le-Lez .
La mostra, coordinata da Ilaria Spaziani, propone 88 fotografie scattate a L'Aquila - per lo più durante il mercato, a piazza duomo, prima del terremoto - e un breve prologo video. In occasione della mostra, saranno
distribuite anche quattro pubblicazioni realizzate dal C.U.M, a cura di Francesca Agammennoni (L'image à deux fronts), Emiliano Dante (Prologue/Histoire), Andrea Lolli (Réflexions sur les réflexions), Cristina Marinelli (Conversation avec Emiliano Dante).
Emiliano Dante proporrà anche il lungometraggio ''Into the blu'', interamente girato e ambientato all'interno della tendopoli di Collemaggio, presentato al Torino Film Festival ednattualmente in programmazione in vari cinema della penisola.
Protagonisti lo stesso Emiliano, e poi Valentina, Paolo, Elisabetta, Stefano e Alessio che vivono nella tendopoli di Collemaggio dopo il disastroso terremoto aquilano del 6 aprile. Uno cerca di fare il regista, ad alcuni piace suonare, altri ancora vorrebbero essere attori... così le loro storie reali, di persone per le quali la condizione della tendopoli è diventata anche un simbolo della precarietà esistenziale (sia individuale, sia sociale) dei giovani d'oggi, si mescolano ad altre immaginate che reinventano le possibilità ed i rapporti, anche quelli affettivi.
Queste persone si trasformano dunque in (sei) personaggi in cerca di passioni reali, nonostante il mondo di fuori, i media innanzitutto, abbia (voyeuristicamente) assegnato loro due soli ruoli: a volte di vittime inconsolabili, a volte di prigionieri...
Spiega il regista: ''La tendopoli è stata un luogo fortemente creativo: l'assenza di muri, di porte e di "oggetti" ha inevitabilmente portato all'incontro, al confronto e alla scoperta, tant'è che le musiche del film sono state composte da tutti noi proprio all'interno della tendopoli. Forti di questo spirito abbiamo cercato di auto-rappresentarci con ironia, invece che in maniera patetica o piagnucolosa, consapevoli che "Into the blue" è una docu-fiction, cioè una sorta di adattamento a una catastrofe naturale".
IL REGISTA QUANDO ERA UNO SFOLLATO