Laboratori INFN e autostrade, arrivati avvisi di garanzia della Procura di Teramo

De Santis: ora rimuovere sostanze staccate illegalmente nel laboratorio

28 Settembre 2018   20:29  
Augusto De Sanctis, della Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso in merito agli avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Teramo ha fatto la seguente dichiarazione. "Fermo restando che crediamo nella presunzione d'innocenza e che questi sono avvisi di garanzia, riteniamo che sia una prima conferma delle gravissime criticità presenti nei Laboratori del Gran Sasso e nell'Autostrada A24.
 
In questi mesi non solo abbiamo depositato ben 5 dettagliatissimi esposti, fondati su leggi e migliaia di documenti raccolti con gli accessi agli atti, ma abbiamo dato il nostro contributo fattivo alle indagini per quanto a noi possibile. 
 
Riteniamo che il lavoro della Procura, dei NOE e dei CTU possa finalmente aprire uno squarcio su una condizione estremamente grave che riguarda 700.000 persone, una grande infrastruttura come l'A24 e uno dei laboratori di fisica più grandi e importanti al mondo.
 
Forse in questi due anni, dall'incidente con il diclorometano di agosto 2016, i ricercatori avrebbero potuto tenere un atteggiamento meno arrogante nei confronti dei cittadini, soprattutto visto quello che è emerso con gli accessi agli atti, dallo stoccaggio irregolare di ben 2.292 tonnellate di sostanze chimiche pericolose - 1.292 tonnellate di trimetilbenzene in Borexino e 1.000 tonnellate di acqua ragia in LVD - posizionate praticamente nel punto di captazione delle acque potabili bevute da centinaia di migliaia di persone.
 
La quasi completa inadempienza rispetto alle norme della Direttiva SEVESO, essendo i laboratori un Impianto a Rischio di Incidente rilevante, completa il quadro, con il Piano di Emergenza Esterno per i cittadini scaduto nel 2011 e addirittura il rapporto di Sicurezza mai approvato definitivamente.
La sicurezza deve far parte integrante di qualsiasi progetto; solo così è vera eccellenza. Noi siamo per la ricerca scientifica, assolutamente, ma tutti i ricercatori sanno - o, meglio, dovrebbero sapere - che esistono dei limiti.
 
Ringraziamo i tantissimi cittadini che sono impegnati assieme a noi in questa battaglia per l'acqua pulita e per la trasparenza e anche quei mezzi di informazione che in questi mesi hanno seguito la vicenda studiando le carte e ricevendo, a volte, per pura ignoranza circa la situazione concreta, insulti e contumelie.
 
Ora seguiremo da vicino l'evolversi della vicenda e ci aspettiamo che le migliaia di tonnellate di sostanze pericolose siano allontanate dalla montagna più alta dell'Appennino che custodisce un patrimonio idrico irripetibile, approvando contestualmente il Piano delle Aree  di Salvaguardia delle Acque Potabili atteso da 12 anni"


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