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Sullo sfondo dei cambiamenti economici e tecnologici causati dalla globalizzazione e dal processo di integrazione le città europee affrontano la sfida di coniugare la competitività con lo sviluppo urbano sostenibile.
Questa sfida può avere un impatto su tematiche urbanistiche quali housing, economia, cultura, condizioni sociali e ambientali. La qualità urbana attualmente dipende non solo dalla dotazione di infrastrutture materiali della città (‘capitale fisico’), ma anche, e sempre di più, dalla disponibilità e dalla qualità della comunicazione, delle conoscenze e delle infrastrutture sociali (‘capitale intellettuale e sociale’).
Una città può essere definita ‘smart‘, quando investe nelle infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e innovative (ICT), nello sviluppo economico sostenibile e in un’alta qualità della vita, con una gestione saggia delle risorse naturali, attraverso la governance partecipativa.
È importante sottolineare il ruolo del capitale umano, dell’istruzione e dell’apprendimento nello sviluppo urbano. È stato dimostrato, per esempio, che le percentuali più alte di crescita urbana sono state raggiunte in città, dove è disponibile una quota elevata di forza lavoro istruita.
L’innovazione è guidata da imprenditori che lavorano in settori e per prodotti che richiedono una forza lavoro sempre più qualificata. La sostenibilità ambientale è importante in un mondo dove le risorse sono scarse e dove le città basano sempre più il loro sviluppo sui beni ambientali e culturali: il loro sfruttamento deve però garantire l’uso sicuro e rinnovabile del patrimonio naturale.
Il tema della smart city ha provocato dibattiti e proposte a livello Internazionale; da un lato le ricerche scientifiche universitarie, dall’altro i primi progetti incentivati dall’Unione Europea. European Smart Cities, un progetto di ricerca portato avanti dall’Università di Vienna insieme a Delft e Ljubljana, riguarda le città di medie dimensioni e le loro prospettive di sviluppo, anche se la stragrande maggioranza della popolazione urbana vive nelle grandi città. Come risultato, le città di medie dimensioni devono far fronte alla concorrenza delle metropoli più grandi, e per essere competitive devono sviluppare i loro punti di forza, quali massa critica, risorse e capacità organizzativa.
Questo concetto può funzionare bene se adattato al sistema urbano abruzzese, composto da una serie diffusa di singole realtà frammentate, la cui esigenza comune è quella di rendersi competitive su un territorio a scala vasta i cui interlocutori privilegiati sono più forti in quanto dimensionalmente più estesi ed economicamente più sviluppati.
È in questa ottica che si sviluppa la proposta ”Lanciano Capitale Frentana”, risultato della collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e il Prof. Roberto Mascarucci, ordinario di Urbanistica presso la Facoltà di Architettura di Pescara. Il concetto di smart city, apparentemente ambizioso e lontano da una realtà così radicata alle tradizioni e al territorio come quella di Lanciano, trova invece una concreta possibilità di realizzazione all’interno del documento programmatico di rilancio della politica urbanistica che l’Amministrazione Comunale di Lanciano ha approvato contestualmente al PRG, nel novembre del 2011.
Il principio di sostenibilità ambientale e territoriale sarà alla base dei criteri per il disegno di assetto delle nuove aree residenziali: un uso contenuto del suolo e tecniche innovative di bio-edilizia, unite all’aumento delle aree verdi e permeabili, favoriranno l’integrazione dei nuovi insediamenti con l’ambiente naturale; il controllo dello smaltimento differenziato dei rifiuti e la gestione di una mobilità alternativa sostenibile garantirà il corretto funzionamento delle reti.
Il sistema dei servizi diventerà l’elemento centrale nella nuova organizzazione della struttura urbana, tanto da conferire al sistema dei luoghi e degli edifici di uso comune una funzione di sostegno e connessione tra le diverse parti del territorio riconoscibili storicamente.
Roberto Mascarucci: Il concept a cui si ispira il progetto per ridefinire la politica urbanistica della città di Lanciano è il modello di smart city; questo termine, entrato ormai da anni nel vocabolario della disciplina urbanistica, si riferisce nel suo senso più generico, all’idea (molto diffusa in USA e Canada) di un piccolo organismo urbano “intelligente”, sostenibile, efficiente, inclusivo e attrattivo. A Lanciano è stato utilizzato il modello smart city nella sua versione più territoriale, meno urbanistica. Il libro pubblicato in Spagna nel 2004 di Alfonso Vegara e Juan Luis De Las Rivas “Territorios Inteligentes“, che applica il concetto di smart city al territorio, ne esprime il senso. L’idea si concretizza nel superamento del modello produttivo “fordista”, sviluppatosi a partire dagli anni ‘30 fino agli anni ‘90, in cui lo sviluppo economico era legato alle fabbriche pesanti e la configurazione urbanistica era quella del movimento moderno di Le Corbusier e Tony Garnier, basata sullo zoning funzionale e sulla separazione delle funzioni, dividendo il tessuto edilizio e dei servizi dalle industrie inquinanti e rumorose. Oggi non è più così. Nel modello di produzione “post-fordista” le fabbriche inquinanti sono sostituite da laboratori di idee e da atelier con cicli produttivi non invasivi, per cui ritorna la possibilità di non separare più le funzioni, creando una città intelligente che le fonde secondo una nuova mixitè funzionale in un’ipotesi di commistione. Questo dà modo che si verifichino una serie di vantaggi, ad esempio la possibilità di raggiungere il lavoro attraverso percorsi pedonali o ciclabili, mobilità leggera, senza il bisogno di utilizzare l’auto, evitando problemi di inquinamento, pendolarismo, oltre che stress psicologico. I luoghi della produzione saranno all’interno dell’ambiente naturale, vicino ai luoghi di residenza, collegati da piste ciclabili.
- In che modo ritiene che questa proposta ambiziosa potrà essere concretamente realizzata?
Il Comune di Lanciano sta portando avanti una politica di questo tipo: il piano regolatore ormai è vigente, approvato il 18 novembre 2011, ma ha bisogno di una serie di elementi per diventare attuabile; quindi il Comune di Lanciano intende puntare ad una variante come obbiettivo finale. Nel frattempo entreranno in atto una serie di azioni immediate, “strumenti tattici” destinati a dare opportunità di attuazione alla visione strategica, che potranno partire prima della variante stessa, come il “piano dei servizi” o il “regolamento sulla perequazione urbanistica”.
-Che ruolo avranno gli enti e i privati in questa visione futura per il territorio?
Questo è proprio ciò che farà la differenza. L’Amministrazione Comunale dovrà essere il regista di tutta l’operazione e sarà suo il compito di riunire intorno al tavolo gli altri soggetti pubblici, come la Provincia attraverso un “protocollo di co-pianificazione”, il Consorzio Industriale, la Regione e la ASL. I privati avranno un ruolo fondamentale nell’attuazione di questi programmi, attraverso meccanismi di concertazione, protocolli d’intesa e accordi di programma. Ciò riguarda innanzitutto alcuni importanti stakeholder, come l’Ente Fiera e la Sangritana, ma anche una serie di altri soggetti imprenditoriali minori che potranno essere coinvolti, ad esempio, per la realizzazione di ricettività e servizi nella linea di sviluppo turistico prevista dal modello.
-Cosa sarà Lanciano smart city alla fine del processo di sviluppo?
Si configurerà come una vera e proprio città intelligente, nella quale il centro storico conserverà un ruolo centrale, mantenendo tutti i servizi di rango (uffici, luoghi del divertimento, attività commerciali) e sarà connesso, materialmente e concettualmente, con il sistema produttivo leggero diffuso lungo la riva sinistra del Sangro: un modello insediativo che usa intelligentemente le proprie risorse e che resta funzionale e vitale 24 ore su 24.
-Che tempistiche avrà Lanciano per il raggiungimento di questi obiettivi?
Per quanto riguarda le tempistiche, la road map del progetto prevede la predisposizione della strumentazione tattica entro la fine dell’anno. L’elaborazione della variante partirà in contemporanea, per garantire la coerenza complessiva dell’operazione, e sarà portata a termine entro i primi mesi dell’anno prossimo.
Giovanni Di Bartolomeo