Lavoro, Cgil: se non partono i nuovi progetti l’Abruzzo non ce la farà a riprendere la marcia

22 Giugno 2017   11:25  

L'uscita dei dati sull'occupazione nelle analisi che abbiamo letto in queste ore e che indicano per la nostra regione, tra il quarto trimestre 2016 e il primo trimestre 2017, una flessione di 18.000 unità, confermano le preoccupazioni che la Cgil regionale ha espresso nei mesi scorsi e impongono l'accelerazione degli interventi richiesti unitariamente e oggetto del cosiddetto "Decalogo", ossia di una piattaforma composta dalle priorità che Cgil Cisl Uil regionali hanno già sottoposto alla Regione.

Quanto sta attraversando l'Abruzzo, una regione per larghissima parte ancora immersa nella crisi, colpita dagli eventi sismici drammaticamente vissuti all'inizio del 2017 accanto alle emergenze del maltempo e le conseguenze che tali eventi hanno causato al Lavoro, alla vita di lavoratori e imprese, meritano ciò che giustamente si sta delineando come la “Vertenza Abruzzo”.

Ci sono infatti degli interventi che può e deve mettere in campo la Regione, dando seguito agli impegni assunti e attuando con completezza e tempestività le misure previste in sede di Masterplan e Addendum al Masterplan (Patto per lo Sviluppo), e vi sono delle risposte che l'Abruzzo deve pretendere dal governo nazionale, a partire dalla definizione della partita degli ammortizzatori sociali.

Come più volte rammentato, la ripresa in Abruzzo è molto fragile e legata ai valori di alcuni segmenti industriali con grandi aziende di particolare rilevanza, mentre permane la sofferenza delle piccole e piccolissime imprese che, va ricordato, rappresentano l'ossatura del tessuto produttivo abruzzese.

A queste ultime deve rivolgersi una politica di interventi che le metta nelle condizioni di sopravvivere, dando quindi soluzione alle problematiche di accesso al credito, consentendo loro di rispondere alla sfida delle reti di impresa, dell'internazionalizzazione, dell'innovazione e della ricerca. La Vertenza Abruzzo sarà quindi il luogo del confronto regionale, e nel contempo della richiesta al governo di ridiscutere il flusso delle risorse ordinarie, di rivedere i parametri di valutazione del sistema dei trasporti (poco rispondenti alle caratteristiche dei nostri territori), di investire nel Sud.

Solo mediante queste azioni di politica di sistema si potrà invertire la tendenza negativa, evitare lo spopolamento e rendere i nostri territori spazi di vita ove poter esercitare realmente il diritto alla cittadinanza, che si compone del Lavoro e dell'accesso ai servizi di Istruzione, Sanità, Mobilità.

 


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