Le banche italiane le più costose d'Europa e le più inefficienti

Non solo costi della politica

07 Marzo 2009   10:55  

Le banche italiane sono le piu' care e le meno efficienti d'Europa. E a pagarne le conseguenze sono gli italiani ed in particolare gli imprenditori. A denunciarlo e' l'Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha elaborato una serie di dati forniti sia dalla Banca Mondiale sia dalla Banca Centrale Europea. La nota positiva e' che i nostri istituti di credito sono quelli meno coinvolti dalla crisi finanziaria globale. Il primo indicatore preso in esame e' l'efficienza degli istituti di credito nei principali Paesi Ue. Ebbene, sottolinea la Cgia, "in Italia le percentuali minime di spese di commissione e accessorie a carico delle piccole e medie imprese sul prestito richiesto sono le piu' elevate dei 5 paesi presi in esame". Infatti, se in Italia il costo mediamente e' pari al 4,8% del prestito richiesto, nel Regno Unito e' dell'1,5%, in Francia e Spagna dell'1% e in Germania, solo, dello 0,5%. Se, invece, si prende come parametro di riferimento i giorni necessari per la valutazione della pratica e l'attivazione del prestito alle Pmi, l'Italia e' sempre fanalino di coda tra i big dell'Ue. Infatti, se nel nostro Paese sono necessari mediamente 19 giorni, nel Regno Unito ne servono 5, in Francia e Spagna 4 e in Germania solo 2. "E' vero - commenta Giuseppe Bortolussi direttore dell'Ufficio studi - che il dato e' riferito a 2 anni fa. Ma e' altrettanto vero che in questi ultimi anni le cose non sono cambiate in meglio. Anzi. Le operazioni di fusione avvenute in Italia tra le grandi banche hanno peggiorato la situazione". E una ulteriore conferma emerge in maniera molto nitida quando si prende in esame l'andamento dei tassi di interesse attivati dagli istituti di credito dei principali Paesi europei dell'area euro alle imprese per prestiti a breve e a medio lungo termine. Secondo la Cgia "se ad agosto 2008, in riferimento ai prestiti inferiori ad 1 anno, lo spread rispetto alla media europea era di 0,43 punti (in Italia si praticava un tasso medio del 6,71% contro una media europea del 6,28) a dicembre e' aumentato sino a toccare lo 0,62". Infatti, nell'ultimo mese del 2008 le banche italiane hanno praticato un tasso medio sui prestiti a breve del 6,34% contro una media Ue-15 del 5,72%. Seppur in calo, vista la contrazione sia del Tus praticato dalla Bce e conseguentemente anche dall'Euribor, in Spagna le banche hanno applicato alle loro imprese un tasso del 5,64% in Germania del 5,52% e in Francia addirittura del 5%. "Se teniamo conto che le sofferenze delle imprese italiane sono state anche negli ultimi mesi in costante calo - conclude Bortolussi - l'inefficienza del nostro sistema creditizio si scarica soprattutto su quelle di piccole dimensioni che, come sappiamo, sono indebitate prevalentemente a breve termine. Tuttavia, non si puo' solo denunciare cio' che non va. E' giusto anche sottolineare che i nostri istituti di credito sono, tra quelli europei, i meno coinvolti dagli effetti nefasti della crisi finanziaria partita dagli Stati Uniti". L'analisi della Cgia, infine, ha analizzato anche l'andamento dei tassi applicati ai prestiti superiori ai 5 anni. Ebbene a dicembre 2008 lo spread tra l'Italia (tasso al 5,71%) e la media europea (5,26%) si e' ridotto, rispetto ad agosto 2008, attestandosi sullo 0,45%

 


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