''Le famiglie delle case popolari dicono basta alle ATER mangiasoldi''

Riceviamo da Pio Rapagnà di Mia casa Abruzzo e pubblichiamo: 

''Si è tenuta a Pescara presso la Sala Consiliare del Municipio la Conferenza Regionale del Mia Casa d'Abruzzo sulla Edilizia Residenziale Pubblica alla quale hanno preso parte 230 delegati provenienti da tutta la Regione.

Dopo approfondito dibattito è stato denunciato che la responsabilità della cattiva e deficitaria gestione delle 5 ATER, del degrado degli immobili e dei Quartieri Popolari, degli altissimi affitti che le famiglie abruzzesi sono costrette a versare ogni mese, ricade completamente sulla assenza di controllo e di programmazione strategica da parte di quei politici e quegli amministratori locali e regionali che sono stati "alla finestra" a guardare senza assumere alcuna iniziativa di rilievo, a partire da una Conferenza Regionale sulla riforma delle ATER e sull'housing sociale.

In tale contesto di completo “abbandono” di un preziosissimo patrimonio abitativo pubblico, soltanto le famiglie assegnatarie si sono battute per ottenere, con la Legge Regionale n. 96 del 1996, la determinazione di "canoni sociali" calcolati in rapporto ed in proporzione al “reddito netto ed effettivo” di ciascun nucleo familiari, e hanno chiesto una migliore qualità della vita e dell'abitare nei quartieri popolari, il ripristino del “riscatto graduale e sociale” al posto della vendita a prezzi di mercato ed una seria “riforma” della ATER.

A conclusione dei lavori, il Mia Casa d'Abruzzo ha deciso di assumere immediate iniziative di lotta e di ferma opposizione nei confronti dei due “Progetti di Legge” di iniziativa della Giunta Regionale e del Gruppo Consiliare Regionale del Partito Democratico, che intendono “abrogare” la L.R. 96 del 1996, sostituendola con un'altra legge, tra l'altro “ricopiata” acriticamente dalla Regione Lombardia e da altre leggi inapplicabili in Abruzzo.

Al riguardo, per esempio, tanta è stata la indignazione dei delegati allorquando, nell'esaminare a fondo gli articoli del progetto di legge della Giunta Regionale, hanno “scoperto” che all'art. 21, Comma 3 si stabilisce, con un effetto tragico-comico surreale, che “Le spese per il servizio di portierato, quanto presente, sono a carico degli assegnatari nella misura del 90 per cento”, come se la Giunta regionale “credesse” veramente che nelle Case Popolari dell'Abruzzo ci sono o ci potranno essere dei “servizi di portierato”.

La Giunta Regionale, invece di assumersi la responsabilità della “situazione disastrata” in cui versa ed è abbandonata l'intera Edilizia Popolare della nostra Regione, costruita in gran parte senza regole di sicurezza ed in zone ad alto ed altissimo rischio sismico ed idrogeologico, si preoccupa di favorire la vendita a terzi delle Case ex-GESCAL piuttosto che ripristinare il diritto sacrosanto al “riscatto graduale e sociale” da parte delle famiglie dei lavoratori e pensionati.

Gli alloggi costruiti con i contributi dei lavoratori (INA Casa e GESCAL) sono stati già abbondantemente “ripagati” in tanti anni di versamento dei canoni da parte degli assegnatari aventi titolo.

In Abruzzo è mancata una corretta gestione della Edilizia Residenziale Pubblica da parte degli ex-IACP, delle attuali 5 ATER e dei Comuni che, dichiarati ad alta tensione abitativa”, avrebbero potuto chiudere una “emergenza permanente” costruendo nuovi alloggi e recuperando il patrimonio abitativo degradato con i fondi ad essi trasferiti in questi anni dallo Stato.

Le famiglie delle Case Popolari, sulle quali gravi e pesanti sono le conseguenze economiche e sociali della crisi in atto, “non possono” più dipendere da “carrozzoni mangia canoni” come le 5 ATER della Regione Abruzzo, poiché enormi sono diventati i costi delle strutture e degli addetti che sono arrivate ad essere pari a circa il 50% delle entrate derivanti dai canoni, mentre gli sprechi ed i debiti accumulati non devono in alcun modo essere “coperti” dai ricavi delle vendite degli alloggi, ma prima di tutto da una drastica riduzione delle spese. ''