Le imprese aquilane? Diversamente abili

Lo avremmo voluto chiedere a Barca oggi, ma...

12 Ottobre 2012   07:44  

Ci scuseranno i lettori, ma non trovavamo un paragone più calzante.

Le imprese edili aquilane diverranno a breve portatrici di handicap d'impresa, impossibilitate a gareggiare nel libero mercato per un articoletto innocuo che si vuol inserire nel nuovo Decreto sulla ricostruzione a firma del Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca.

Cosa dovrebbe succedere?

E' previsto che una impresa edile possa prendere appalti per il triplo dei suoi guadagni nei tre migliori anni sugli ultimi cinque.

In poche parole se un'impresa negli ultimi cinque anni ha fatturato per due anni un milione di euro, un anno 700mila euro ed altri due anni 500mila euro, si prendono i tre anni migliori, si sommano e si triplicano. Per l'esempio questo equivale a 2,7 milioni x 3 e cioè 8,1 milioni di euro.

Questa cifra è la massima soglia possibile di appalti che potrà aggiudicarsi una ditta.

Il Ministro Barca parla di esigenze per permettere alla popolazione di avere una ricostruzione sicura, certo è che affidare un aggregato importante a chi fino a ieri aveva una ditta edile piccola o piccolissima potrebbe porre dei rischi seri, ma a chi verrebbe in mente di affidare i lavori della propria abitazione a meno che il meglio visto che paga lo Stato?

In città è noto e comprensibile che ogni singola ristrutturazione dalle case classificate "A" a quelle "E" dai piccoli borghi all'immediata periferia vengono ripristinate a regola d'arte, senza badare alla spesa complessiva perchè comunque rientrante nell'indennizzo e questo non esclude automaticamente le ditte poco serie e professionali?

Il sindaco Massimo Cialente ha affermato che con il Governo si sta cercando la forma migliore per non sfavorire le aziende del territorio, ma contemporaneamente per tutelare il cittadino e la ricostruzione perchè se un'azienda prede troppi lavori e poi non è in grado di portarli avanti blocca la ricostruzione.

Per il momento, però, alla luce dei fatti i nuovi cantieri sono bloccati dalla mancanza di fondi e quindi dall'inefficenza del Governo, non certo dalle imprese...

Seconda questione fondamentale, se ci sarà un tetto di spesa le nostre ditte non potranno partecipare agli aggregati del centro storico se non come subappalti mal pagati e spesso strozzati dai troppi problemi che una ricostruzione di quel tipo porterà in dote.

Saremo facile preda delle grandi cooperative edili del nord, aziende che fatturano centinaia di milioni di euro all'anno e che qui all'Aquila con questa Legge non avranno praticamente limiti d'incarico.

Infine un'ultima questione, ma dove sono le centinaia di operai delle aziende non aquilane che già lavorano ed hanno cantieri aperti sul territorio? Noi non li vediamo, non è che anche su questo si potrà risparmiare...

Questo, però, è un argomento che affronteremo a breve e ci spiace di non poter partecipare alla conferenza stampa indetta dal Ministro Barca oggi alle 10.30 a Palazzo Chigi, ma siamo stati avvertiti in via informale solo alle 18.02 di ieri sera.

Peccato che il Ministro si sottragga al nostro confronto.


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