Le mani dei Casalesi sulla ricostruzione, sei arresti

Operazione Untouchable. 52 indagati

22 Luglio 2010   09:16  

Circa 500 militari della Guardia di finanza della capitale sono impegnati da ore in un imponente operazione, denominata "Untouchable" e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha portato all'arresto di 6 persone con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ed al sequestro di 21 societa', 118 immobili ed altri beni e valori per un valore complessivo di 100 milioni di euro.

Gli arrestati, secondo le indagini condotte dai finanzieri del Gico del Nucleo polizia tributaria di Roma, sono "espressioni economiche" del clan dei Casalesi, operanti nel Casertano, ma con propaggini anche in altre regioni d'Italia, in particolare nel Lazio, in Abruzzo ed in Toscana. I particolari dell'operazione saranno illustrati dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11,30 presso la procura della Repubblica di Napoli.

L'operazione anticamorra della Guardia di finanza, denominata "Untouchable", che ha portato all'arresto di 6 persone e al sequestro di beni per 100 milioni, ha consentito anche di monitorare "in diretta" le infiltrazioni della camorra casalese nelle commesse per la ricostruzione in Abruzzo dopo il devastante sisma del 6 aprile 2009.
"Sono stati intercettati - spiegano gli investigatori - i colloqui telefonici con i quali gli arrestati disponevano l'invio del denaro necessario a finanziare le imprese costituite a L'Aquila, per loro conto, con il fine di aggiudicarsi i lavori per la ricostruzione"

Tra i 52 indagati nell'ambito dell'inchiesta "Untouchable" della Procura di Napoli su infiltrazioni dei Casalesi negli appalti dell'Aquila c'e' anche il presidente dell'Unione cooperative aquilane Antonio Cerasoli, per il quale il gip partenopeo ha respinto la richiesta d'arresto presentata dai pm dell'antimafia. Per Cerasoli, uno degli arrestati, Michele Gallo, imprenditore considerato il riciclatore, ha cambiato numerosi assegni per decine di migliaia di euro gia' prima del terremoto. Le operazioni avvenivano sul conto corrente della moglie di Cerasoli. Subito dopo il sisma del 6 aprile, in alcune intercettazioni telefoniche, Gallo contatta Cerasoli per ottenere appalti poi attributi a imprese vicine all'organizzazione, tutt'ora operanti nella ricostruzione.


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