Le mie prime tre settimane in C.A.S.A.

Sfollati incontentabili...

15 Gennaio 2010   14:29  

Scrive nel suo blog Federico D’Orazio, a cui è stato assegnato un appartamento del piano CASE a Coppito.

''In questi giorni, nelle ultime settimane, negli ultimi mesi, si consuma quella che è la mia storia, ma so essere anche quella di tanti altri aquilani come me. Parlo per me(mi basta questo) ma spero anche per qualcun altro, che in queste parole si riconoscerà. E ritroverà magari la voglia di rialzare la testa.

Sono ormai trascorse più di tre settimane da quando ci è stata assegnata la C.A.S.A.
Come qualcuno di voi avrà visto in un mio filmato, nei 29 metri quadri del nostro appartamento non manca nulla: una cucina sfregiata, una credenza coi piedi rotti, un divano letto matrimoniale che non c’è spazio per aprirlo, e l’immancabile infiltrazione d’umidità dal piano soprastante.Noi siamo al piano terra, quindi, non può trattarsi di pioggia.

Come non può essere pioggia quella che forma le pozzanghere vagamente marroni che stanno sotto la piastra, dove parcheggiamo la macchina: lì, passano gli scarichi dei bagni di tutto il condominio, ed evidentemente perdono.
Sì, gli aquilani sono proprio coccolati dal Governo. Parcheggiano le loro auto sotto una pioggia incessante di merda. E per fortuna che adesso fa freddo, gli odori per ora non si avvertono. Tutto questo, è costato 2700€ al metro quadro. 2700€ anche dei nostri soldi, versati in anni di tasse pagate onestamente.

Lo abbiamo fatto subito presente che in casa nostra non possiamo abitare: va bene la disperazione, ma questo è troppo.
Io e mia madre non abbiamo nemmeno una camera da letto, un lettino singolo da 1metro e 80 è nascosto dietro un armadio: quella sarebbe la camera da letto, ovviamente manca pure una porta, o una tendina. Ci si spoglia davanti al letto, ma in realtà si è in sala da pranzo, al cospetto di chi magari,ospite in casa tua, sta studiando sull’unico tavolino insieme a me, o magari sta vedendo l’onnipresente tv a schermo piatto d’ultra-moda: siamo coccolati, dal governo.

Per il letto singolo, sono fuori concorso: sono alto 1 metro e 96.
Evidentemente il Presidente del Consiglio non avrà potuto immaginare un simile abominio.

La situazione, ci era sembrata insostenibile sin dall’inizio: lo abbiamo detto subito, al funzionario di Protezione Civile, che non possiamo vivere in queste condizioni; la sua risposta è all’inizio confortante: ” tutto si può fare, sicuramente c’è la possibilità di fare un cambio di appartamento, per lo meno di chiederlo.Lei ha ragione”. ” anche un architetto incaricato del Progetto C.A.S.E. e subito mandato da noi, ci dà ragione: l’appartamento è per un single, come dice la piantina stessa dell’appartamento, affissa sulla porta: TIPOLOGIA APPARTAMENTO: 1+ 2 Posti letto.

Poi, però, la burocrazia ci impone il suo ricatto: se si rifiuta questo appartamento, non potremo chiedere nessun cambio, ma rinunceremo all’assegnazione di un alloggio del progetto C.A.S.E. Definitivamente.
L’unica cosa da fare è accettare. Poi,reclamare.

In questo modo la burocrazia della Protezione Civile, fa tornare i suoi conti. Gli alloggi vuoti, non è che non esistano, anzi; però è meglio obbligarti ad accettare quello che non puoi usare, perché così sei da subito un nucleo che rientra tra gli assistiti, e consenti che siano assistiti altri.
A loro, auguro maggior fortuna.
Lo Sportello per il Cittadino, ci fornisce una risposta che manderebbe chiunque ai pazzi: prima si finiranno le assegnazioni, poi si passerà alla fase dei cambi.

E con quale appartamento dovrei cambiare il mio, se prima sono stati assegnati tutti? Senza contare che stiamo parlando di un’attesa di mesi, perché ancora devono finire di costruire 32 palazzine, ad oggi.
Nel frattempo, per loro, possiamo restare così.
Ed ogni giorno, mi tocca vedere che ben 7 appartamenti sulla mia scala sono vuoti, non assegnati, e non abitati: le chiavi nelle cassette postali restano sempre lì, appese, a testimoniarlo. Le finestre, sempre chiuse; le luci, sempre spente.
Tutti e 7 sono più grandi del nostro, che non ha nemmeno l’abitabilità PER LEGGE per due persone. Ci vorrebbero almeno 38 metri quadri, per due persone.
A noi, lo Stato ne dà 29.

Con quei 10 metri quadri in più ci sarebbe riuscita una camera vera, l’unica cosa che chiediamo di avere.
Finora abbiamo tentato di tutto: abbiamo firmato accettando l’appartamento con riserva, abbiamo ormai fatto anche amicizia con gli impiegati del U.R.P, ai quali tutti i giorni chiediamo di darci ascolto. E loro sono più impotenti di noi, rischiano il posto a fare di più che prendere nota delle richieste.
Abbiamo richiesto aiuto ad un legale, ed abbiamo specificato che lì noi non possiamo abitare, che non stiamo occupando l’appartamento. Nessuna risposta finora.

La Protezione Civile ci obbliga quindi a tenere solo formalmente occupato un appartamento che mai abiteremo, nel quale piove dal soffitto, mancano i letti e le porte dove avrebbero dovuto essere. E dove per assurdo il bagno ne ha persino due.
I numeri, quelli pubblicati, mentono o perlomeno omettono: sul sito della Protezione Civile, leggete che 11.000 aquilani, su un totale previsto di 17.000, sono assistiti dalla Protezione Civile. Mancano però i numeri delle centinaia di ricorsi contro queste assegnazioni, tra famiglie escluse e quelle che come la mia non possono abitare in un tugurio che per il resto d’Italia è un miracoloso riparo, provvidenzialmente arrivato a tempo di record sulle nostre teste.
Intanto vediamo decine di famiglie che hanno qualcosa da obiettare allo Sportello per il Cittadino, e tra loro ci sono anche gli stessi assegnatari di appartamenti.

Ma, chissà perché, il TG1 e TG5,TG4 e tutta l’allegra brigata riportano sempre le immagini di Bazzano
: il primo sito consegnato, quello con le palazzine migliori. Le migliori sì, perché devi essere anche fortunato, tra la fortunata minoranza che rientra nelle assegnazioni delle C.A.S.E.
Manca il numero di appartamenti che da 3 settimane restano vuoti nella mia palazzina, dove potrei abitare finalmente avendo una sistemazione decente, con lo spazio che ci vuole. A chi dovranno mai andare questi privilegiati appartamenti? E chi risponderà alle nostre domande che da settimane si accumulano nella pratica che giace in qualche ufficio?

Avremo mai risposta alle nostre legittime richieste?
Avremo mai la soddisfazione di far sapere che la realtà non è quella raccontata?
Avremo mai la solidarietà di chi,tra gli aquilani stessi ci definisce degli ingrati, solo perché non siamo stati sufficientemente terrorizzati dal rischio delle baraccopoli che questo “regalo provvidenziale” ha scongiurato?
Che colpa c’è, ad avere un’idea di cosa significa una parola semplice,ma che spiega tutto?

A chi non arriva a concepire che possano esistere simili concetti innati, è inutile spiegare cosa sia la DIGNITA’.''


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