Le recensioni di 'Happy Family' e 'Dragon Trainer'

Speciale cinema

05 Aprile 2010   10:03  

Happy Family

Regia: Gabriele Salvatores
Cast: Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Margherita Buy, Carla Signoris, Valeria Bilello, Corinna Agustoni, Gianmaria Biancuzzi, Alice Croci, Sandra Milo
Genere: Commedia
Durata: 90 minuti
Voto: OO 1/2

Due famiglie incrociano i destini a causa dei figli sedicenni caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati. In poche parole, due famiglie di oggi, che sfuggono alle catalogazioni e alle etichette, in evoluzione continua, in equilibrio precario, vive, felici e confuse.
Happy Family è un film sulle paure, ed ogni personaggio ne ha una: Ezio ha paura degli altri, e vive rinchiuso in casa, senza far nulla a parte scrivere storie prive di senso; Vincenzo ha paura di morire, e non sa come dirlo alla sua famiglia; Anna di non essere più innamorata del marito, tanto è vero che non ricorda più quand'è l'ultima volta che ci ha fatto l'amore; Filippo di rimanere solo, ed ha quindi deciso di sposarsi, a soli 16 anni; Caterina è terrorizzata dal suo (presunto) cattivo odore, e passa la giornata a lavarsi e spruzzarsi profumi; nonna Anna non riesca a cucinare dolci, ma solo deliziosi primi e secondi; poi ci sono mamma e papà (come si chiamino non ci è dato saperlo) che hanno, rispettivamente, paura di non comprendere i figli e della realtà intorno a loro. Infine, c'è Marta, spaventata all'idea di doversi sposare così giovane con l'insopportabile Filippo. Otto personaggi, dunque, in cerca d'autore (Ezio), che però, proprio non riesce a dare un senso alle loro assurde esistenze, nè a togliere loro i timori che li assalgono. Happy Family è un'enorme metafora dei giorni d'oggi, dove la linea tra realtà e finzione è sempre più sottile, dove il vero si confonde col sogno, e nessuno sembra intenzionato a svegliarci. Sarebbe meglio vivere un film allora, diceva Groucho Marx. Almeno c'è una trama (o uno scopo, fate voi).
Salvatores parte da un'ottima idea di partenza (la sceneggiatura di Alessandro Genovesi), per realizzare la sua nuova pellicola in cui parla della società odierna con la frivolezza con cui, talvolta, ci viene raccontata. Si avvale, inoltre, della splendida fotografia di Italo Petriccione (Come Dio Comanda, Io non ho paura), che rimanda al miglior cinema francese degli ultimi anni (Il Favoloso Mondo di Amelie), ma non riesce comunque a fare del tutto centro. Già, perchè nell'ossessione di non essere pesante, finisce per essere banale, non riuscendo a cogliere e sfruttare la profondità che latità in tutto questo prodotto. Un peccato, perchè il cast riesce a dare il meglio di sè: Fabio De Luigi riesce finalmente si ritrova in un film superiore agli standard, e Valeria Bilello si rivela una bella sorpresa nel passaggio dalle tv musicali al grande schermo. Brave anche le due signore, Carla Signoris e Margherita Buy, nonchè i rispettivi consorti (Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio). A conferma di un gruppo d'attori ben assortito, arrivano anche le ottime prove dei quasi esordienti Gianmaria Biancuzzi e Alice Croci.
Non si può dire che Salvatores non sappia fare un film, ma che sia eccessivamente leggero questo sì.

 

Dragon Trainer

Regia: Chris Sanders, Dean DeBlois
Voci italiane: Flavio Aquilone, Maria Letizia Scifoni, Roberto Draghetti, Carlo Valli, Gabriele Patriarca, Alessio Nissolino, Letizia Ciampa, Mattia Ward
Genere: Animazione
Durata: 98 minuti
Voto: OOOO

L'adolescente vichingo Hic vive sull'isola di Berk, dove combattere i draghi è uno stile di vita. L'opinione piuttosto progressista del giovane vichingo e il suo senso dell'umorismo mal si conciliano però con gli ideali della sua tribù e del suo capo, nonché padre, Stoick l’Immenso. Quando Hic viene , incluso nel "corso anti-drago" con gli altri giovani vichinghi Astrid, Moccicoso, Gambedipesce e i due gemelli Testa Bruta e Testa di Tufo, il ragazzo vede la possibilità di dimostrare di possedere le doti che servono per essere un combattente.
La vita del giovane Hic non è affatto semplice. Lui è secco, un pò pauroso ma molto curioso ed è nato in un villaggio di vichinghi tutto muscoli e poco cervello. L'esistenza da quelle parti trascorre abbastanza monotona e tranquilla, se non fosse per l'esistenza di draghi che infestano i territori della sua popolazione. La risposta è stata sempre la violenza, mezzo poco consono alle doti del ragazzo, ma lui, nonostante tutto, è deciso ad eliminare un drago per dimostrare a tutti quanto vale. Il coraggio di una persona, pensa si misuri in base alla forza fisica e alla capacità di spazzar via con essa qualsiasi paura. I draghi, poi, sono esseri spaventosi e malvagi e meritano soltanto di essere uccisi. Eppure, una volta incontrato il nemico, Hic comincia a conoscerlo e capisce che c'è davvero poco da temere, anzi forse i due si somigliano anche parecchio! Cos'è, allora, che spinge il padre ed il suo popolo tanto sprezzante del pericolo e pronto a tirar fuori i muscoli, ad uccidere esseri così innocui? Le uniche risposte sono: l'ignoranza, intesa come poca conoscenza del prossimo ma, soprattutto, la paura. Hic capirà, insomma, che il vero coraggioso non è colui che dice di non avere paure, ma chi le sa conoscere ed imparare a cavalcare per volare sempre più in alto.
Dean De Blois e Chris Sander sono due vecchie volpi dell'animazione, avendo già dato vita a capolavori disneyani come Lilo & Stitch e Mulan, ma non hanno alcuna intenzione di adagiarsi sugli allori. Dragon Trainer, infatti, è destinato ad entrare di diritto nella storia del cinema per ragazzi. Da tempo, infatti, non si vedeva un racconto epico per più piccoli reso così bene, sia a livello grafico che narrativo. Tutto qui funziona a perfezione, l'espressione dei personaggi è assolutamente realistica ed il doppiaggio italiano, ma questa non è una novità, è all'altezza della situazione. Ciò che veramente stupisce, e questa è davvero una gradita notizia, è l'utilizzo del 3D, che si sposa benissimo con la tecnica d'animazione. Finalmente, dopo Coraline e la porta magica, viene dato un senso all'utilizzo degli appositi occhialini, fino a questo momento troppo spesso inutili ninnoli.
Da vedere con i vostri figli.

 

Francesco Balzano

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