Legge terremoto, sindaci cratere annunciano battaglia: "Senza modifiche ricostruzione impossibile"

09 Luglio 2012   13:48  

La legge sulla ricostruzione così com è non va, a dirlo sono i sindaci dei 56 comuni del cratere, che stamane hanno incontrato a L’Aquila i parlamentari abruzzesi per chiedere che la legge sul terremoto che la prossima settimana sarà discussa in parlamento rechi delle sostanziali modifiche. Sono due i punti che i sindaci contestano, il più importante riguarda le secondo case, quelle inserite in aggregati in cui non è presente una prima casa non sarebbero finanziate per la ricostruizione. Da una prima stima, sarebbero circa 4500 le abitazioni di non residenti, nel cratere, che hanno subìto danni in seguito al sisma del 2009. Di queste case nella legge sulla ricostruzione per ora non si tiene conto.

Un altro argomento da correggere riguarda le strutture attraverso le quali i comuni dovranno operare la ricostruzione, che ora sono in capo agli enti locali. Degli otto uffici territoriali appena istituiti con decreto Chiodi e chiesti a gran voce dai sindaci, nella legge non resta traccia. E in merito agli uffici altro punto da chiarire è la possibilità, per i comuni del cratere, di assumere i co.co.co. impiegati negli uffici per la ricostruzione, ipotesi che la legge accoglie in parte. La legge, che arriva dopo più di tre anni dal sisma, nasce da un incontri continui con il governo ma il testo concordato inizialmente non corrisponde a quello uscito poi dal Consiglio dei ministri.

I sindaci annunciano battaglia: se le proposte di modica non saranno accolte, la ricostruzione sarà impossibile e noi ci dimetteremo.

Nell'intervista:

Emilio Nusca, ex sindaco Rocca di Mezzo
Gianni Lolli, parlamentare Pd
Rodolfo Marganelli, sindaco Goriano Sicoli
Giovanni Legnini, sindaco Pd 


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