A turbare il sonno degli aquilani questa notte, intorno alle 3.00 ci ha pensato un altra scossa di terremoto, l'ennesima, di magnitudo due e con epicentro nell'estrema periferia della città.
Siamo arrivati così a quota 164 scosse, da quando il sottosuolo della città dell'Immota manet è stata interessata dallo sciame simico, scosse registrate puntualmente dalle apparecchiature dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia poste nei sotterrai del castello cinquecentesco. Pensate: qui sotto ci sono anche le apparecchiature, oramai in disuso, che servivano agli alleati americani per registrare gli effetti sismici causati dagli esperimenti nucleari effettuati in Unione sovietica.
Delle scosse registrate solo 25 sono state quelle avvertite dalla popolazione, della durata di pochi istanti, e di magnitudo compresa tra l'1,8 e il 2,9, ben lontane dall'intensità che può provocare danni, che si attesta alla magnitudo cinque-sei. L'allerta della Protezione civile è comunque massima e tutte le scuole hanno messo a punto un piano per lo sgombero dei locali.
Dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia spigano che il fenomeno che interessa L'aquila, il famigerato sciame sismico, non è il preludio ad eventi parossistici. Dal punto di vista geologico è un normale fenomeno di assestamento del sottosuolo. Resta il fatto che la zona dell’Aquila è a forte rischio sismico, e nel passato si sono registrati terribili terremoti come quello del febbraio del 1703. Da indiscrezioni pare che la prossima settimana saranno a L'Aquila i massimi esperti del CNT, il Centro nazionale terremoti, per studiare più a fondo il fenomeno.
Ai cittadini non resta invece che incrociare le dita e imparare a convivere con una preoccupazione, che è però è forse inferiore rispetto a quella provocata da un altro terremoto, quello economico-finanziario, che rende instabile il conto in banca, incerto il lavoro e il futuro dei giovani.
FT
