Loculi rivenduti a insaputa proprietari 17 indagati a Napoli. Per notaio sospensione da attività

09 Giugno 2015   12:34  

Dalle prime ore della mattinata odierna i militari della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza stanno eseguendo un'ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli dott. Roberto D'AURIA, nonché altri provvedimenti emessi dalla Procura della Repubblica tra i quali alcune perquisizioni presso abitazioni private ed il sequestro di una cappella gentilizia e di quattro nicchie comunali per tumulazioni.

L'attività odierna si pone a completamento di una complessa ed articolata indagine condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Napoli VII sezione sin dal 2012 e che ha consentito di portare alla luce l'esistenza di un'associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa ai danni dello Stato posti in essere all'interno del cimitero di Napoli Poggioreale.

Elementi di spicco della organizzazione criminale sono risultati essere, al termine dell'attività investigativa, il notaio napoletano Filippo IMPROTA — sottoposto in data odierna alla misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale per la durata di mesi sei — nonché due imprenditori napoletani del settore funerario funebri tale Vincenzo TAMMARO, e Gennaro REPARATO, operanti in particolare nel campo dell'edilizia cimiteriale e già sottoposti ad ordinanza di custodia cautelare degli obblighi di firma nel corso della prima fase investigativa del giugno del 2012 Complessivamente sono 17 i soggetti, a vario titolo, coinvolti nelle indagini.

Al termine delle investigazioni è risultato che il TAMMARO ed il REPARATO, in particolare, avvalendosi di alcuni dipendenti comunali compiacenti, hanno acquistato - negli anni dal 2007 al 2012 - mediante la stipula di atti di compravendita falsi redatti dal notaio IMPROTA, diverse cappelle funerarie molte delle quali risalenti al 1800 che - per la normativa vigente — non potevano formare oggetto di compravendita.

Tali atti di acquisto avvenivano, spesso, senza il consenso degli originari aventi diritto con la conseguente sottrazione e dispersione dei resti mortali rinvenuti all'interno.

Nel corso delle preliminari attività investigative, uno dei passaggi essenziali è stato rappresentato dalla denuncia degli eredi di una nota famiglia napoletana che, dopo un lungo periodo di assenza dalla città, nell'effettuare una visita ai propri defunti, ebbero modo di constatare che nella cappella di famiglia erano state rimosse le salme che vi erano sepolte e che la stessa cappella era stata poi lussuosamente ristrutturata impedendovi loro l'accesso a causa della completa sostituzione del cancello d'ingresso.

Particolarmente significativo per gli elementi probanti che ne emersero, fu anche il sequestro di una cappella offerta su un noto sito di vendite di immobili on-line per euro 800 mila e di un manufatto funerario venduto per la cifra di euro 245.000, di gran lunga superiore ad euro 40.000 dichiarati nell'atto di compravendita.


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Gdf Napoli - truffa al cimitero
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