Luciano D'Alfonso Abbandona la Regione per il Parlamento: Lolli Traghettatore Fino all'Autunno

06 Marzo 2018   11:18  

L'Abruzzo non ha più un Governatore, o meglio, ce lo avrà dimissionario al massimo fino a maggio, poi decadrà.

Luciano  D'Alfonso che a maggio del 2014 venne eletto Presidente della regione Abruzzo ha deciso di dimettersi e di prendersi lo scrano senatoriale conquistato nonostante l'ecatombe del PD nelle recentissime elezioni politiche.

Una scelta annunciata, ma che alla luce della pesantissima sconfitta del PD suona amara tra i suoi contarranei.

"Porterò la regione al Governo" era il suo slogan, ora lascia la regione per portarla all'opposizione... almeno così dicono i suoi detrattori sui social network.

Lascia a facebook le sue ultime parole da Presidente:

"Prendiamo atto di un voto che sancisce la sconfitta della proposta di governo del Partito Democratico.
Le nostre ragioni sono apparse più deboli di quelle messe in campo dalle opposizioni di ieri.
Certo sorprende la vastità del consenso a forze populiste e antieuropee e lascia non poche preoccupazioni lo scenario che si prepara per il Paese nell’incertezza dei numeri in Parlamento che al momento non lascia intravedere la possibilità di formare un Governo. Senza dubbio i vincitori di oggi, in particolare il Movimento 5 Stelle e la Lega di Salvini dovranno farsi carico di questo onere, dimostrando di saper realizzare quanto promesso nella loro efficacissima campagna elettorale.
Come sono abituato a fare, onorerò il mandato popolare che ho ricevuto per rappresentare le esigenze dell’Abruzzo a Roma. Non appena la mia elezione sarà convalidata, si aprirà il procedimento previsto dalla norma per risolvere la questione dell’incompatibilità.
Sono certo che il Centrosinistra saprà mettere in campo i candidati migliori e più in grado di meritare il vincente consenso degli Abruzzesi già nel prossimo futuro, e in questo senso l’esempio che ci viene proprio oggi da Zingaretti nel Lazio ci è di non poco incoraggiamento."

Diciamo pure che il passo indietro in regione di Luciano D’Alfonso è stato "favorito" dai tanti del suo partito che ne hanno chiesto le dimissioni immediate inquadrandolo un po' come il Renzi abruzzese che ha plasmato il partito sulla sua figura, cassando e censurando i dissidenti, ma che ora paga lo scotto di una sconfitta pesantissima, la peggiore in Abruzzo.

Ora si apriranno due iter distinti, quello della proclamazione a Senatore e quello delle dimissioni, con la volontà di lasciare nelle mani di Giovanni  Lolli, suo vice (non eletto, ma scelto personalmente), fino a fine mandato. Tentativo legittimo da parte di D'Alfonso, ma di difficile attuazione visto le Leggi che contando ogni possibile lungaggine non faranno arrivare le elezioni al più tardi dell'autunno di quest'anno.

Neanche il tempo di leccarsi le ferite che subito per il PD si apre la partita per le regionali con la strada che è decisamente in salita, ma la personale scelta di D'Alfonso impone sia al partito che agli abruzzesi sacrifici e chi siamo noi per "impedire" ad un libero cittadino di coltivare le proprie ambizioni personali? Anche se queste costeranno uno stallo della politica regionale nei momenti fondanti della terza Repubblica e delle costosissime elezioni anticipate?


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