Luigi Lusi: annullata l'ordinanza di arresto

01 Agosto 2012   10:13  

E ora Luigi Lusi spera di uscire da Rebibbia, dove si trova rinchiuso dal 20 giugno, giorno del voto favorevole del Senato alla richiesta di arresto della procura di Roma.

La Cassazione annulla l'ordinanza di custodia cautelare in carcere che spedì dietro le sbarre il senatore - ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita di oltre 25 milioni di fondi del disciolto partito - e rinvia al Tribunale del Riesame gli atti per una nuova valutazione. L'annullamento con rinvio comporta che Lusi resti in carcere, ma domani i suoi avvocati, Luca Petrucci e Renato Archidiacono, chiederanno al Gip di scarcerarlo.

Il giudice si esprimerà sulla richiesta nel giro di due giorni. Nel ricorso accolto dalla Cassazione la difesa del senatore aveva eccepito, tra le altre cose, l'assenza di motivazioni del provvedimento di arresto in carcere: non era dimostrato, secondo i legali, che nessuna altra misura meno afflittiva fosse adeguata. Lusi, 50 anni, fino a febbraio scorso senatore del Pd - da cui è stato espulso -, è accusato di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. Dalle casse della Margherita - che non esiste più dal 2007 - avrebbe sottratto circa 25 milioni di rimborsi elettorali e li avrebbe trasferiti in Canada, paese d'origine della moglie, sul conto delle società Ttt srl e Paradiso.

Quindi avrebbe investito gran parte del denaro in immobili, specialmente a Roma, tra cui la lussuosa villa in cui viveva a Genzano, ai Castelli romani. Il 9 luglio scorso la moglie del senatore, Giovanna Petricone, anche lei coinvolta nell'inchiesta, era stata scarcerata dal Gip dopo 65 giorni agli arresti domiciliari. Il 14 luglio, invece, la procura di Roma aveva fatto sapere di non intendere procedere nei confronti di Francesco Rutelli ed Enzo Bianco - rispettivamente ex leader ed ex presidente dell'Assemblea federale della Margherita - chiamati in causa da Lusi, ma anzi di aver iscritto lo stesso senatore nel registro degli indagati per calunnia nei loro confronti.

I pm non avevano creduto alla tesi di Lusi, che sosteneva di aver agito su mandato fiduciario dei vertici del partito. Il 17 luglio, dopo un nuovo interrogatorio richiesto dal senatore, i suoi legali avevano preannunciato la richiesta di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare.

A loro parere erano venute meno le esigenze cautelari. Il primo round in Cassazione se lo sono aggiudicato. Il senatore del Pdl Andrea Augello auspica che, dopo la decisione della Cassazione, "i magistrati indaghino in ogni direzione, andando fino in fondo a una vicenda che l'opinione pubblica pretende non rimanga circoscritta a un facile capro espiatorio". (Luca Laviola per Ansa.it)


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