Lunga intervista dei colleghi ASCA al Prefetto Gabrielli

18 Febbraio 2010   18:07  

SU COMITATI D'AFFARI PARLI SOLO CHI SA  

''Il nostro e' un Paese che ama farsi del male, dove tutto viene vissuto sul momento. Il nostro e' un Paese che da un lato non ha memoria e tende a dimenticare quello che e' stato, dall'altro a vivere tutto in maniera emozionale''. Il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, intervistato dall'ASCA, frena sul clamore mediatico dell'inchiesta fiorentina sui grandi eventi, che ha coinvolto anche il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso.

''Spesso - spiega Gabrielli - si rischiano interpretazioni affrettate che il piu' delle volte non trovano riscontro nei fatti. Chi porta avanti un'inchiesta e' giusto che lo faccia con professionalita', ma non dimentichiamo che la fase dell'indagine preliminare non sempre porta ad una condanna''.

''Per quello che riguarda questa mia breve parentesi di vita all'Aquila - ricorda il Prefetto - qualche mese fa leggevo dei titoloni sui giornali sulla mafia che aveva messo le mani sulla ricostruzione; tutto si e' risolto poi con un paio di imprese estromesse peraltro dal sistema. All'epoca mi ero permesso di dire di essere piu' preoccupato dei 'comitati d'affari' che non delle infiltrazioni di mafia e criminalita' organizzata. Adesso si procede con lo stesso metro di giudizio che e' poi quello dettato dalla reazione del momento''.

''Leggo sempre sui giornali - riferisce Gabrielli - di una ditta fiorentina che ha partecipato alla gara per la realizzazione dei Musp. E questo basta per dire che la 'cricca' ha messo mani sulla ricostruzione''.

''Rivendico - ribadisce con forza l'ex funzionario dei Servizi segreti - il giusto mezzo. Non sono cosi' ingenuo da ignorare che chi vuole fare un certo tipo di affari non li faccia o non trovi tutti i sistemi possibili ed immaginabili per farli; attiene al genere umano. Ma nel contempo mi rifiuto di credere che tutti siano conniventi di questo stato di cose''.

Per il Prefetto ''la gente dovrebbe parlare solo di cose di cui ha conoscenza: si fanno dichiarazioni, si emettono sentenze, si danno giudizi, quando non c'e' alcuna competenza''.

E ancora: ''Sulla vicenda appalti e G8 che molti vogliono allargata all'Aquila, come su altre, sono molto cauto. Non nego i pericoli ma neanche arrivo a giudizi affrettati''.

 

IO PRESIEDEVO GARA CON BTP  

''Sulla Btp, l'impresa fiorentina finita nell'inchiesta G8, posso dire che ha partecipato ad una gara d'appalto da me presieduta. All'Aquila sono stati realizzati 32 Moduli provvisori ad uso scolatico ed io sono stato presente alle gare per 31 di essi, fatta eccezione per il Conservatorio''. Il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, parla ad ASCA con il piglio di chi ''sa molto piu' di altri che si sono fregiati di conoscere le cose''.

''Queste gare - spiega meglio - sono state gare comunitarie con la partecipazione di ditte regionali, nazionali ed estere: gare pubbliche svoltesi nella massima trasparenza e, si badi bene, senza alcun contenzioso''. Di piu'. Gabrielli ricorda che ''la prima gara per la realizzazione dei Musp ando' deserta al 50 per cento e non si poterono coprire tutti i lotti perche' molte imprese erano concentrate su altri: fu uno dei momenti meno esaltanti della mia vita!''. ''Questo fa capire - e' ancora Gabrielli - che non ci furono ne' pastette ne' spartizioni. Per coprire i lotti furono necessarie tre gare, con ribassi nella norma, anzi, con l'esclusione di alcune ditte per offerte anomale''.

Il Prefetto conferma, quindi, che tutte le carte sono a disposizione della Magistratura e di chiunque abbia interesse a controllarle, ''tanto piu' che non credo queste ditte abbiano avuto un grandissimo guadagno''. Franco Gabrielli fa l'esempio del Musp che ospita la scuola media ''Carducci'', dove la gradevolezza del manufatto ha comportato enormi difficolta' tecniche per la realizzazione e per di piu' con l'affanno di tempi strettissimi.

 

NOSTRA GIUSTIZIA PERVERSA  

Vent'anni da poliziotto alle spalle, incarichi ad altissimi livelli nella sicurezza, il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, dopo oltre dieci mesi passati a fianco dei terremotati e del loro dolore, confessa ad ASCA ''quanto sia faticoso, mortificante e debilitante vivere in questo continuo stato di sospetto''.

''E' giusto e doveroso - aggiunge - che si puniscano, e seriamente, i colpevoli, ma lo e' altrettanto non dimenticare. Per questo condivido lo sconforto dei cittadini di questo nostro Paese quando vicende passate rimangono li'.

La nostra e' una giustizia negata in tutti i sensi: a chi ne avrebbe diritto a anche ha chi ha compiuto atti non leciti''.

E ancora: ''Il nostro e' un Paese che tende all'oblio, dove domina una perversissima giustizia del momento.

Chi e' screditato, tanto piu' lo e' e tanto piu' vede segnata la propria vita. Con amarezza, invece, chi ha commesso un illecito deve solo aspettare che passi un po' di tempo''.

In questo contesto, per Gabrielli ''si producono in una volta due conseguenze aberranti, si distrugge la vita a chi e' stato ingiustamente o in parte colpevolizzato, mentre per chi e' stato autore di malaffare vale il detto 'passata la festa, gabbato il santo'''.

''Il fatto che tutto sia ammantato dall'ombra del sospetto - sottolinea Gabrielli - dalla convinzione che questa e' la patria del 'magna magna' e che non si perseguono gli interessi generali, mi rattrista e mi amareggia. Ma per questo non ci sono antidoti o soluzioni''.

''Rivendico invece - ammonisce - tutte le cose importanti fatte e che ho visto fare da tante persone, con dedizione, per dare un'abitazione, una scuola, dei servizi a chi ne aveva bisogno. Anch'io ho partecipato con l'onesta' intellettuale e con l'amore che ogni serio funzionario dello Stato deve''.

 

QUI NESSUNA COSA ILLEGALE  

''Escludo senza tema di essere smentito, nella maniera piu' categorica, che all'Aquila siano state fatte cose illegali. Se qualcuno viene da me per dirmi il contrario, me ne torno a casa a fare dell'altro''. Il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, dice ad ASCA che, nel momento in cui si svolgevano le gare d'appalto lui era li', ''non per caso'', a presiederle e vigilare: ''Ho presieduto quasi tutte le gare per Musp, tutte quelle per i Map e quelle piu' importanti del progetto Case, in particolare per i pilastri; mai e poi mai ho ricevuto la benche' minima pressione, ma ho avuto contezza dei nomi delle ditte solo nel momento dell'espletamento delle gare''.

''Non ho mai parlato di questo con Guido Bertolaso ne' con i suoi collaboratori - puntualizza il Prefetto -. Per questo quando dico dell'onesta' di Bertolaso, sulla quale metterei la mano sul fuoco, lo faccio con cognizione di causa. Se metto in fila le gare, ho gestito decine e decine di milioni di euro, e mai mi e' stato suggerito cosa dovessi fare. Sfido chiunque - rilancia - e dico chiunque, a dire di essere venuto dal prefetto Gabrielli per segnalare questa o l'altra ditta o che io abbia beneficiato di qualche prestazione per ottenere un qualche favore''.

 

MAI PRESSIONI DA BERTOLASO  

Il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, si e' scritto col capo Dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. Lo ha fatto senza tante parole, confermandogli come ha fatto con ASCA di non credere che facesse parte del sistema o, addirittura, che fosse un capocupola.

''Posso dire che ho conosciuto lo stesso Bertolaso che tutti hanno apprezzato ed amato. Ci sono stati frangenti in cui se solo avesse voluto avrebbe potuto indirizzarmi verso una certa strada. Invece... Ci sono prove provate della sua onesta'''.

''Io in quelle gare d'appalto c'ero. Mi avessero fatto solo tagliare i nastri delle inaugurazioni avrei capito - prosegue Gabrielli - ma c'ero dentro le procedure e sono in grado di capire il verso della carrozza''.

E ancora: ''Ho passato con Bertolaso dieci mesi di intenso lavoro e ho apprezzato la sua integrita'''.

Per il Prefetto i contorni dell'inchiesta fiorentina, ''del verminaio, come qualcuno lo ha chiamato'', sono ancora tutti da definire. ''Questa - conclude il prefetto Gabrielli - e' un'interpretazione laicamente aperta ai fatti, non alle suggestioni o alle interpretazioni''.

 

RIDERE NON INFICIA PROCEDURE  

''Nei confronti di chi rideva al telefono, la notte del terremoto, mentre gli aquilani scavavano tra le macerie per dissotterrare i proprio cari, non riesco a trovare le parole: e' una cosa veramente squallida. E' riprovevole e' vero, ma per quanto tale, e' solo un fatto di coscienza, di elementare esigenza di pieta' umana. Non e' pero' penalmente rilevante. Ma tutto questo che ci azzecca con la regolarita' delle procedure?''. Il prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, risponde cosi' ad ASCA, commentando le deliranti frasi di alcuni imprenditori sulle opportunita' della ricostruzione post sisma.

'Se Tizio e' il soggetto piu' immorale di questo mondo, ma partecipa ad una gara e la vince, io non posso fare nulla - spiega -. Nel momento in cui si esplicano le gare non si puo' valutare la moralita' di un imprenditore, magari con un test o con la macchina della verita'. Quando presiedo una gara devo pronunciarmi sull'esistenza dei requisiti richiesti. E in questo il sistema e' molto puntuale. La cosa sospetta sarebbe se nella gara si indicasse un favorito rispetto agli altri''.

''Io - assicura il Prefetto - per il film che sto vedendo, non ho mai conosciuto questi signori, nessuno me li ha presentati. L'unica volta che ho ricevuto una telefonata da un collega per la segnalazione di una ditta, la stessa era gia' stata estromessa per mancanza di requisiti''.

 

TUTTI CONTRO INFILTRAZIONI  

Il prefetto de L'Aquila, Franco Gabrielli, invoca estrema attenzione al pericolo di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post-sisma, ''perche' il dinamismo della situazione e' molto fluido''.

''Tutto cio' che era possibile fare - assicura ad ASCA - e' stato fatto; abbiamo controllato tutti gli accessi, anche stressando le forze di Polizia, con verifiche e carotaggi in corso d'opera che fotografano la correttezza delle operazioni. Abbiamo messo in circolo tutte le informazioni possibili. Ma denegare una certificazione significa che ognuno deve assumersi le sue responsabilita'. Sono io che firmo, non il giornalista che pontifica''.

''Non ci nascondiamo - prosegue Gabrielli - qui arriveranno molti soldi, o almeno lo speriamo, e molti soggetti saranno interessati ad intercettarli, e' nella natura delle cose. Per evitare comportamenti non corretti e' necessario percio' l'impegno di tutti. Insieme dobbiamo vigilare con interventi preventivi e repressivi, con controlli da parte della gente, dell'opinione pubblica''.

Infine, dal Prefetto, una provocazione: ''E' piu' immorale realizzare un'opera pubblica che poi magari non vedra' una sua fine, con con sperpero di denaro impressionante e per il quale nessuno paghera', o realizzare un'opera con la partecipazione di qualche ditta non propriamente corretta'?''. ''La mia risposta - conclude Gabrielli - e' che entrambe le situazioni sono immorali. Ma purtroppo nel Paese dalla doppia morale si tende a fare un distinguo a seconda della convenienza''.


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