Lupi nella Bufera. Opposizioni Contro il Ministro, Dimissioni per il Presunto Lavoro al Figlio

17 Marzo 2015   13:27  

Le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro Lupi. Lo scandalo delle tangenti che ha portato ieri all'arresto di Incalza scatena la bufera sul governo.

Sel presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del ministro ma afferma con forza: 'le dimissioni" del titolare dei Trasporti "dovrebbe chiederle il presidente Renzi

E Salvini: "Io non condanno nessuno, però mi aspetto che il Ministro dell'Interno o il Presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c'è qualcosa di vero.

E se c'è qualcosa di vero non possiamo avere un Ministro dell'Interno e un Ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere".

l'Idv chiede le dimissioni di Lupi o che Renzi lo estrometta

Pd chiede audizione ministro Lupi

Lupi: non mi dimetto, soffro per mio figlio - Lasciare l'incarico? "No, le dimissioni no. Anche se, per la prima volta, vedendo tirato in ballo ingiustamente mio figlio, mi sono chiesto se il gioco valga la candela".

Così il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, in un'intervista a Repubblica. "Provo soprattutto l'amarezza di un padre nel vedere il proprio figlio sbattuto in prima pagina come un mostro senza alcuna colpa".

Grasso, corruzione scoperta è solo punta iceberg - "La corruzione che viene scoperta, purtroppo, è soltanto la punta dell'iceberg". A dirlo è il presidente del Senato Pietro Grasso che, intervistato da Repubblica, invita la politica a fare presto: "deve correre".

L'inchiesta della Procura di Firenze

Secondo i Pm di Firenze, una 'cupola' pilotava i grandi appalti pubblici in tutta Italia, come quelli legati all'alta velocità, a Expo e pure alle autostrade, come la Salerno-Reggio Calabria.

A gestire l'affaire quello che i magiostrati chiamano 'Sistema' sarebbero Ettore Incalza, già capo della Struttura tecnica di missione al ministero delle infrastrutture, e un imprenditore, Stefano Perotti. Entrambi arrestati ieri.

Lo scandalo ha un pesante risvolto politico che tocca il governo nella persona del ministro per le infrastrutture, Maurizio Lupi, sia per il suo "strettissimo legame" con Incalza sia per una vicenda che emerge dall'indagine: Perotti si sarebbe adoperato per trovare un lavoro al figlio di Lupi, Luca. Il quale ricevette anche dai Perotti un rolex da dieci mila euro in reagalo

Incalza era il "dominus totale" che, ricorda il gip, ha ricevuto lo stesso incarico "da ogni compagine governativa che si è succeduta negli anni" dirigeva "ogni grande opera, predisponendo le bozze della legge obiettivo e individuando di anno in anno quelle da finanziarie e quelle da bloccare".

Secondo i carabinieri del Ros 'sceglieva' gli appaltatori 'amici' suggerendo poi loro il nome dei direttori dei lavori, sempre persone riferibili a Perotti.

In cambio riceveva compensi per consulenze, come i 500 mila euro ottenuti da una società impegnata nella Av Firenze-Bologna o i 700 mila dati da un'altra ditta a suo genero, Alberto Donati.

Ai domiciliari l'imprenditore Francesco Cavallo e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza.

Coinvolti gli ex sottosegretari ai trasporti Rocco Girlanda e Antonio Bargone, l'ex deputato Stefano Saglia, poi nel cda di Terna, Vito Bonsignore, ex presidente del gruppo Ppe, e l'ex manager di Expo, Antonio Acerbo.

Ognuno di loro, secondo l'accusa, ha avuto un ruolo in appalti pilotati.


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