Ma ci sono i soldi per il patrimonio culturale distrutto?

22 Giugno 2010   17:03  

Nell'intervista il vice-commissiario Luciano Marchetti ammette: ci mancano sette milioni di euro anche per completare i puntellamenti.  E poi servirebbero 3,5 miliardi di euro solo per ricostruire il patrimonio storico artistico danneggiato dal sisma.


IL COMUNICATO STAMPA DEL CONVEGNO 'VA' E RIPARA LA MIA CASA''


Si e' tenuto ieri il convegno, organizzato dall'Arcidiocesi dell'Aquila, "Va e ripara la mia casa", per discutere del futuro dell'immenso patrimonio architettonico dell'Aquila danneggiato dal sisma. Erano presenti l'arcivescovo dell'Aquila mons. Giuseppe Molinari, il vescovo ausiliare mons. Giovanni D'Ercole e Roberto Cecchi, Segretario generale del Ministero dei Beni culturali, Antonio Morgante, responsabile della Segreteria del Commissario Delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi, e coordinatore della Struttura per l'attuazione del programma di Governo. Intervenendo all'incontro, Morgante ha riferito che "tutte le risorse per la ricostruzione sono state stanziate dall'articolo 14 del decreto Abruzzo e aspettano di essere utilizzate. Queste risorse non sono ancora state versate alle strutture commissariali".
"In questa fase stiamo facendo uno sforzo enorme perche' queste risorse siano trasferite e il Commissario Chiodi ha ricevuto in questi giorni rassicurazioni dal Governo sulla disponibilita' di cassa, per avere le risorse stanziate dal Cipe" ha detto Morgante. Roberto Cecchi ha invece dichiarato che il Ministero dei Beni culturali ha una capacita' di intervento forte sul territorio, ma e' debole dal punto di vista finanziario. "Nonostante questo - ha detto Cecchi - abbiamo aumentato in modo significativo le risorse economiche stanziate per L'Aquila". Sottolineando l'importanza del titolo del convegno: "Campagna di sponsorizzazione per la diagnostica, la progettazione e il recupero dei beni storico-architettonici danneggiati dal sisma", il segretario generale ha concluso: "Questo incontro e' un segnale di serieta', soprattutto perche' e' importante, in questi casi, parlare di "diagnostica" e di prevenzione" . Mons. D'Ercole ha inoltre lanciato un appello: "E' importante lavorare insieme a tutte le istituzioni ed avere un confronto costante sugli strumenti da adottare, agendo con massima trasparenza e legalita'. Occorre avviare una degna ricostruzione che rispetti il passato ma che guardi al futuro".


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