Macchina per crepes, un teramano ne reclama la paternità: "Mia invenzione"

La Procura ha achiviato, ora decide il gup

13 Marzo 2014   12:20  

Sono un oggetto diffusissimo ed utilizzato nella gran parte delle cucine italiane, ormai di uso talmente comune che nessuno si pone più domande su chi le abbia inventate.

Stiamo parlando delle machine per crepes, ed una risposta sul quesito realtivo alla loro invenzione è di recente arrivata da Sergio Falconi, 72enne tecnico teramano residente a San Nicolò a Tordino, che ne rivendica la paternità.

Già nel 1976, infatti, Falconi depositò a proprio nome presso l'Ufficio italiano brevetti e marchi la domanda per registrare a suo nome una macchina per crepes da utilizzare tramite varie applicazioni. Da quanto risulta dagli atti, l'uomo ottenne per alcune richieste il rilascio del brevetto a suo nome, ma non venne avviata alcuna produzione industriale.

Poi, nel 2012, Falconi ebbe modo di notare come - a suo dire - vari modelli di macchine per crepes altro non fossero che copie o derivati della sua invenzione di 26 anni prima, decidendo così di denunciare diverse imprese o catene produttrici, tra cui marchi di grande rilevanza, accusandoli di contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o prodotti industriali.

Venne quindi avviato un procedimento giudiziario, che si concluse tuttavia con un nulla di fatto: la Procura di Teramo, infatti, ritenendo che le padelle per crepes non corrispondessero con quelle invetate da Falconi ed il brevetto sarebbe in ogni caso scaduto nel 1996, chiese ed ottenne l'archiviazione del procedimento.

Falconi, tuttavia, assistito, dall'avvocato Luigi Licursi, si è opposto all'archviazione, convincendo il gup Giovanni De Rensis a reimpugnare il caso, ed entro pochi giorni il magistrato si pronuncerà sull'eventuale riapertura o sulla definitiva archiviazione.


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