Mafia Capitale, ombre sulla Marsica: uno dei consorzi coinvolti ha tentato scalata all'Aciam?

Sarebbero coinvolti Buzzi, due membri cda e revisore

12 Dicembre 2014   11:43  

Potrebbe riguardare marginalmente anche l'Abruzzo l'inchiesta della Procura di Roma riguardante la cosiddetta Mafia Capitale, la presunta holding del crimine accusata di aver corrotto una buona fetta di politica e burocrazia capitoline ad essersi in tal modo infiltrata in vari affari.

Come riportato dal quotidiano il Centro, infatti, gli inquirenti romani titolari dell'inchiesta "Mondo di Mezzo" ipotizzano che il consorzio Cesena Formula Ambiente, presieduto fino al 2012 da Salvatore Buzzi, avrebbe tentato tramite la società pubblica Segen la scalata all'Aciam, l'Azienda consorziale di igiene ambientale marsicana. Oltre a Buzzi, sarebbero indagati ed agli arresti anche due componenti del cda, A. G. e C. M. G., ed un componente del collegio di revisori, P. D. N.

Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura romana, il nucleo di polizia tributaria ha sequestrato altre due società cooperative riconducibili a Buzzi, una delle quali è la “29 Giugno servizi società cooperativa di produzione e lavoro”, al 49,4% all’interno del consorzio Cesena Formula Ambiente, aggiudicatario del servizio di igiene urbana nei Comuni di Ovindoli, Lucoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, che sarebbe entrato in azione per aggiudicarsi l'Aciam allorché la Iren ambiente holding, società per azioni di Reggio Emilia, mise in vendita il 29,10% (si tratta di 670mila euro) delle quote private.

Sempre stando al Centro, il presidente Maurizio Franchini avrebbe scritto una lettera alla Segen, presieduta da Fernando Capone, che deteneva lo 0,01% delle quote private, dando disponibilità all’acquisto delle quote e "a fronte del conferimento in denaro necessario a finanziare l’acquisizione delle quote, il Consorzio Formula Ambiente avrebbe interesse ad indicare, nelle forme di legge, la persona dell’amministratore delegato di Aciam; per converso, la Segen si dovrebbe obbligare a cedere al Consorzio, a titolo gratuito, una parte del pacchetto azionario acquisito, pari al 22,10% del monte azionario".

La Segen si sarebbe poi rivolta al tribunale dell’Aquila per far sequestrare le quote e bloccare il loro acquisto da parte dell’imprenditore locale Umberto Di Carlo, senza però riuscire nell'intento.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore