Tre persone sono indagate per gravi episodi di maltrattamenti e furti ai danni degli anziani residenti in una RSA locale.
La guardia di finanza di Chieti ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini a 22 parti offese e a tre individui accusati di maltrattamenti e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento. Le indagini, avviate dalla Compagnia di Lanciano su delega della procura frentana, sono iniziate con un controllo sul lavoro sommerso nella RSA, rilevando l’impiego in nero di cinque lavoratori. Gli accertamenti hanno poi portato alla luce numerosi episodi di soprusi nei confronti degli ospiti della struttura.
Secondo quanto riferito dalla guardia di finanza, i maltrattamenti, ritenuti "inumani e lesivi per la dignità e la salute degli anziani", sono stati attuati dal gestore dei servizi socio-sanitari, un 45enne residente a Lanciano. L’inchiesta è stata supportata da prove video-fotografiche, chat telefoniche e testimonianze di addetti, ospiti e parenti. Sono stati documentati mezzi di coercizione come l’utilizzo di armadi metallici attorno ai letti per impedire la deambulazione e il distacco notturno dei campanelli salvavita. Inoltre, non è stata comunicata l’insorgenza di un focolaio di scabbia alle autorità sanitarie e i farmaci venivano diluiti con acqua.
È emerso anche che un anziano degente ha subito prelievi indebiti dal proprio conto corrente per oltre 7.000 euro. Il gestore della RSA avrebbe accumulato fondi tramite ricariche Postepay, utilizzate per acquisti personali. Questo modus operandi è stato confermato dalla documentazione bancaria e commerciale acquisita dai militari e dagli esercenti dove avvenivano le transazioni. I sospetti includono una 52enne di Lanciano e un 63enne di Paglieta, conoscente del gestore, che avrebbero effettuato acquisti con i fondi sottratti.
Il comandante provinciale, colonnello Michele Iadarola, ha definito la vicenda "amara e con risvolti inquietanti", esprimendo solidarietà agli anziani vittime di queste gravi condotte.