Manifatturiero, ecco la piccola ripresa abruzzese

I dati del Cresa

28 Agosto 2009   09:42  

Il sistema manufatturiero mostra in questo secondo semestre, segni di ripresa: crescono rispetto al trimestre precedente produzione, fatturato, portafoglio ordini e occupazione, si riduce il divario a livello tendenziale nel primo trimestre 2009. Migliorano le previsioni per il prossimo semestre. Le variazioni percentuali rispetto al secondo trimestre 2008, hanno fatto registrare un calo della produzione del 6,4 per cento, del fatturato del 9,5 per cento e del fatturato estero dell'11,3 per cento. I dati sull'andamento economico del Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali (Cresa) sono stati illustrati stamani nel corso di una conferenza stampa dal presidente, Giorgio Rainaldi, il direttore, Francesco Prosperococco ed i componenti il Comitato tecnico-scientifico Piergiorgio Landini e Pino Mauro. Dall'indagine sulla congiuntura economica abruzzese, relativa al secondo trimestre 2009 che ha coinvolto 375 imprese manufatturiere con almeno 10 addetti operanti nella regione, e' emerso che l'industria manufatturiera abruzzese mostra segni di ripresa. I principali indicatori economici, dopo aver vissuto un lungo periodo di decremento, assumono rispetto al periodo gennaio-marzo 2009, valori positivi; si riduce il divario registrato a livello tendenziale nel primo trimestre 2009. Secondon l'indagine del Cresa, tra aprile e giugno 2009 la produzione industriale, a fronte di una crescita del 5,9 per cento rispetto al trimestre precedente, ha sperimentato un calo del 6,4 per cento nel confronto con il secondo trimestre 2008. Il fatturato ha fatto registrare un incremento del 3,3 per cento su base trimestrale (export + 5,6 per cento) e una diminuzione del 9,5 per cento su base annua (export -11,3 per cento). Gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale e da quello estero aumentano rispettivamente del 5,1 per cento e del 4,2 per cento rispetto al periodo gennaio-marzo e subiscono un decremento del 12,9 per cento e del 14,3 per cento nel confronto con il trimestre precedente.

Cresce del 2,4 per cento l'occupazione su base trimestrale e si contrae del 4,1 per cento quella su base annua. Sempre secondo il Cresa, non si puo' non tener conto, tuttavia, del fatto che, a seguito del sisma del 6 aprile, il quadro designato dall'indagine non sia rappresentativo dell'andamento del sistema imprenditoriale nel suo complesso. Il sisma ha certamente sconvolto l'economia dei 57 comuni del cratere ma nell'analisi sono state considerate solo le imprese industriali con almeno 10 addetti che hanno retto meglio delle piccolissime imprese (meno di 10 addetti) manufatturiere e non, le quali rappresentano la parte prevalente del tessuto economico. E' stato il crollo di queste ultime, unitamente all'esodo forzato della popolazione, a segnare in modo drammatico l'andamento reale dell'economia di quest'area. Dalle piccole e medie imprese (10-49 addetti) arrivano i segni di maggiore sofferenza mentre le medie (50-249 addetti) mostrano una maggiore capacita' di tenuta. L'andamento delle piccole imprese mostra variazioni congiunturali e tendenziali generalmente inferiori rispetto alla media regionale. Nel giudizio degli operatori si legge una diffusa preoccupazione per l'andamento dei prossimi sei mesi. Maggior tenuta mostrano le medie imprese (50-249 addetti). Sia a livello congiunturale che tendenziale, tutti gli indicatori, ad eccezione del fatturato estero, assumono valori in linea o superiori alla media regionale. Gli operatori nutrono apsettative ottimistiche per quanto riguarda la produzione, il fatturato e il portafoglio ordini e piu' preoccupazioni riguardo l'occupazione. Sul fronte delle grandi imprese, dopo aver attraversato un periodo di difficolta', le imprese con oltre 250 addetti mostrano un miglioramento diffuso delle prestazioni rispetto al trimestre precedente. Nel confronto con il trimestre dell'anno precedente produzione (-5,7 per cento), del fatturato estero (-6,5 per cento) e dell'occupazione (-1,7 per cento) mostrano un andamento migliore di quello regionale. Particolarmente critiche le prestazioni del fatturato (-15,1 per cento), degli ordini interni (-37,5 per cento) ed esteri (-26,7 per cento).

Gli operatori nutrono aspettative anche consistenti di crescita nei prossimi sei mesi. Sul fronte sei settori, i livelli prosuttivi hanno mostrato, nel confronto con lo stesso trimestre dell'anno precedente, andamenti negativi per tutti i settori d'attivita' fatta eccezione per la elettromeccanica ed elettronica (+ 3,1 per cento). I mezzi di trasporto confermano la contrazione dei livelli produttivi che nel periodo aprile-giugno 2009 diventa particolarmente concistente (-41,7 per cento). Migliore l'andamento della produzione su base trimestrale; valori negativi interessano solo le lavorazioni di minerali non metalliferi (-20,8 per cento), il legno e mobile (-5,6 per cento) e la chimico-farmaceutica (-4,7 per cento) che risente certamente del fatto che molti stabilimenti di tale comprtato sono concentrati nell'area epicentrale del sisma (L'Aquila-Scoppito) ed hanno subito danni rilevanti con conseguente fermo delle attivita' e successiva loro graduale ripresa. Infine l'andamento congiunturale della produzione, mostra lievi segni di miglioramento. Confrontando i dati con quelli del secondo trimestre 2008, invece, si rileva che la sola provincia di Chieti mostra un aumento della produzione (+ 2,9 per cento); particolarmente importante il calo che si registra a Teramo (-14,2 per cento) e l'Aquila (-11,7 per cento). Per Landini sono segnali incoraggianti quelli registrati dall'indagine del Cresa sul secondo semestre del 2009. 'L'Abruzzo - ha detto landini - si conferma una regione in cui i valori vengono distribuiti in maniera equilibrata, e' una regione policentrica e questo rappresenta un grande vantaggio'. Per l'economista Mauro 'Il messaggio del Cresa e' chiaro ovvero che il peggio e' passato, comincia una ripresa che sara' molto lenta. Per quanto riguarda il discorso del terremoto - ha proseguito l'economista - stiamo assitendo ad una situazione asimmetrica in cui le attivita' volte alla ricostruzione hanno innalzato il pil nazionale dello 0,2-0,3 per cento ma il moltiplicatore, ovvero la ricaduta economica sta avvenendo altrove, nei Comuni di provenienza delle ditte impegnati nelle opere di ricostruzione e ristrutturazione post-terremoto e non a l'Aquila. Bisogna lavorare affinche' questa ripresa venga consolidata e molto dipendera' dalle politiche nazionali e internazionali, occorre rafforzare i pilastri della nostra ecnomia non abbandonando il tessuto delle piccole imprese'.


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