Mare-Monti, consulenze d'oro e importi gonfiati

21 Aprile 2010   15:22  

È l'ennesimo giro di truffe quello che sta dietro all'inchiesta sulla realizzazione della strada Mare-Monti esplosa nei giorni scorsi e che ha visto finire in carcere, al Regina Coeli, l'ingegner Carlo Strassil che venerdì sarà interrogato a Pescara e nel registro degli indagati dodici persone fra le quali gli imprenditori Carlo, Paolo e Alfonso Toto e il loro amico di sempre, l'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso.

Una serie di società di consulenza che facevano capo agli amici degli amici avrebbero gonfiato i numeri riuscendo ad ottenere introiti da capogiro. È il caso di uno studio geologico, costato 2.520 euro, che però fu pagato 168 mila euro.

Il sistema, secondo la procura di Pescara, è molto chiaro: le società consulenti del commissario per la realizzazione della strada Mare-Monti avrebbero aumentato gli introiti prima subappaltando l’attività, a costi di mercato, a imprese terze, poi gonfiando le richieste di compenso all’Anas.

A Carlo Strassil, impegnato in lavori pubblici anche a L'Aquila – come Abruzzo24ore.tv vi ha documentato ieri – sono stati acquisiti nuovi documenti nella sua casa di Roma e nei suoi uffici, compresi quelli degli incarichi del dopo-terremoto, carte che ora saranno passate al setaccio.

La società che fa capo a Toto – sempre secondo gli inquirenti – avrebbe provocato una sospensione dei lavori di realizzazione della strada, e per il danno derivante dal blocco del cantiere, provocato dalla ditta stessa, questa ha percepito un risarcimento danni di 1.700.000 euro.

Per il gip si delinea “una forma evoluta di corruzione, più moderna e raffinata e sicuramente di più alto impatto lesivo per l’interesse pubblico”; perchè non è più il passaggio di una semplice mazzetta “ma la tangente viene corrisposta all’impresa in natura, ovvero con lo svolgimento del lavoro tecnico-professionale del pubblico ufficiale, ma viene poi monetizzata dall’ente pubblico attraverso il pagamento dei loro ragguardevoli compensi, peraltro ampiamente gonfiati”.

Anche i soldi destinati alle consulenze finiscono nelle tasche della famiglia Strassil, per il tramite della società R&L Ricerche e Laboratori, riconducibile al figlio dell'ingegnere imprenditore, che riceve 308mila euro a seguito di un incarico affidato “fuori da ogni evidenza pubblica” con una determina che sarebbe stata redatta dallo stesso Strassil.

Nella sede della società di Strassil poi sarebbe stato rinvenuto un file contenente il raffronto tra i costi effettivamente sostenuti dall'azienda e quelli da riportare nella richiesta di compenso all’Anas.


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