I lavoratori della Marelli di Sulmona hanno indetto uno sciopero di otto ore per il 28 marzo, aderendo alla mobilitazione nazionale promossa da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. L'obiettivo è sollecitare la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, ferme da novembre.
La situazione nello stabilimento peligno è particolarmente critica. I 467 dipendenti sono coinvolti in contratti di solidarietà, una misura adottata a causa della riduzione delle commesse, soprattutto dall'ex Sevel di Atessa, principale cliente della Marelli.
Negli ultimi mesi, l'azienda ha proposto incentivi all'esodo per i lavoratori disposti a lasciare il posto, nel tentativo di ridurre il personale in esubero. Tuttavia, queste misure non hanno risolto le preoccupazioni riguardanti il futuro dello stabilimento.
Inoltre, i 24 addetti al servizio di pulizie sono in cassa integrazione al 70%, senza aver ancora ricevuto i pagamenti dovuti. In segno di solidarietà, circa 450 operai della Marelli hanno partecipato a uno sciopero, evidenziando le difficoltà che attraversano l'intero comparto.
La crisi del settore automotive e il rallentamento della produzione nell'ex Sevel di Atessa, a cui la Marelli è strettamente collegata, hanno portato a una significativa diminuzione dei volumi produttivi, aumentando l'incertezza tra i lavoratori.
Le organizzazioni sindacali continuano a esprimere forte preoccupazione per il futuro dello stabilimento di Sulmona, sottolineando la necessità di interventi concreti per garantire la sopravvivenza e la competitività dell'azienda nel mercato globale.