Mario Monicelli, un anno fa moriva il grande regista

In ricordo del geniale autore

29 Novembre 2011   13:13  

In una piovosa serata di un anno fa, Mario Monicelli decise di combattere a modo suo il tumore che lo aveva colpito a 95 anni suonati e decise di buttarsi dal davanzale della finestra dell'ospedale San Giovanni, a Roma, dove era ricoverato in gran segreto. "Non finirò in un letto d'ospedale coi parenti che mi portano la minestrina", aveva sentenziato nell'ultima intervista rilasciata. Così è stato.

Pure il padre Tommaso, giornalista e critico teatrale, decise di porre fine alla sua vita suicidandosi con un colpo di pistola nel 1946. Proprio nell'anno in cui il genitore morì, Mario cominciò ad affermarsi nel mondo del cinema firmando, insieme a Steno, la sceneggiatura di "Aquila nera", film  girato dall'amico Riccardo Freda. Per l'esordio alla regia, invece, dovettero passare altri tre anni, quando diresse "Totò cerca casa", secondo incasso al botteghino di quell'anno. Da lì cominciò una carriera fatta di grandi successi popolari ("I soliti ignoti") e riconoscimenti dalla critica con "Padri e figli", 'Orso d'argento' a Berlino e "La grande guerra", 'Leone d'oro a Venezia', su tutti.

Monicelli, a partire dagli anni '60, conobbe anche una grande popolarità all'estero, dove venne osannato per essere uno degli artefici della rinascita della commedia all'italiana. Del filone fanno parte titoli memorabili come: "La ragazza con la pistola" (1968), "L'armata Brancaleone" (1969), "Romanzo popolare" (1974) e "Amici miei". Non solo commedie, però, perchè il grande regista si cimentò con successo anche nel dramma. Impossibile non citare alcuni capolavori del genere: "I compagni" (1963), "Un borghese piccolo piccolo" (1977) e "Speriamo che sia femmina" (1986).

Corrosivo non solo in sala ma anche nella vita di tutti i giorni, Monicelli divenne, in età avanzatissima, uno degli ispiratori dell'indignazione giovanile, che trovò linfa vitale nel suo "una rivoluzione ci vorrebbe", pronunciato nel corso di un'intervista rilasciata ad "Annozero".

E' passato solo un anno da quel triste 29 novembre 2010 ma sembra quasi un secolo. La freschezza intellettuale di un uomo come Mario Monicelli manca e mancherà per sempre alla cultura e, in generale, alla società italiana.

 

Francesco G. Balzano

 


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