Mario Negri Sud, l'appello dei ricercatori: servono i fatti

26 Gennaio 2012   19:47  

«Non vogliamo essere il fiore all’occhiello delle istituzioni pubbliche abruzzesi, ma parte a pieno titolo della realtà culturale e produttiva dell’Abruzzo». È quanto chiedono i 200 ricercatori del Consorzio Mario Negri Sud, il centro di ricerche farmacologiche e biomediche di S. Maria Imbaro (Chieti), da 15 mesi in crisi finanziaria e persino con ricorso alla cassa integrazione. «È certo – si afferma in una lettera aperta – che si mette ogni giorno più a rischio la nostra esistenza e si violano i nostri diritti in quanto siamo costretti, da più di un anno, a restrizioni pesanti delle retribuzioni, largamente evitabili se contenuti e tempi degli impegni presi fossero stati mantenuti; poi c’è la perdita di opportunità di finanziamenti che si aggiungono alle già grandi difficoltà di questi tempi di crisi. Ed è noto che la frubilità di fondi europei e non, anche per bandi già vinti, dipende dalla disponibilità di un capitale di garanzia». I soci – Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e Istituto Mario Negri di Milano – hanno concordato in maniera unanime la possibilità di dare una risposta concreta alla situazione di criticità in cui il Negri era venuto a trovare, attraverso lo stanziamento di un milione da parte della Regione, e, soprattutto, la donazione modale da parte della Provincia dell’edificio in cui il Consorzio opera da 25 anni. Vogliamo credere – prosegue la lettera – che non ci sia qualcuno che vede e pianifica ritardi e rimandi come un modo per chiudere la nostra vicenda. Se è così basta dirlo assumendosene con lucidità tutta la responsabilità. Non si invochi in questo senso una ipotetica volontà di ritiro del Mario Negri di Milano: negli ultimi critici 15 mesi, il prof. Silvio Garattini ha garantito sempre la sua presenza quando richiesta, assicurando altresì la più tempestiva approvazione delle decisioni prese a livello istituzionale ed ufficiale«.


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