La scorsa settimana, presieduta dal presidente Marinelli, si è tenuta la riunione del consiglio di amministrazione del club aquilano che ha visto, all’ordine del giorno, la nuova composizione del CDA. Tra i volti nuovi alla guida della gestione organizzativa della società aquilana quello di Marzia Frattale, nel ruolo di vice presidente de L’Aquila Rugby 1936.
È la prima volta che una donna ricopre la carica di vice presidente: come si sente ad essere “il vice capo” di un sodalizio storico come quello del rugby aquilano?
“Il rugby è sempre stata una mia grande passione, fin’ora coltivata da spettatrice e inseguita come filosofia di vita. Oggi, mi sento onorata e felice di poter entrare a far parte di questo storico sodalizio e di poter esprimere fattivamente ed attivamente questa mia grande passione”.
Quando le è stata proposta la vice presidenza de L’Aquila Rugby come ha reagito?
“Non ho avuto bisogno di fermarmi a riflettere se accettare o meno, è stato un sogno finalmente realizzato: ho sempre desiderato poter partecipare alla gestione ed organizzazione societaria di un club sportivo, ancor di più se parliamo de L’Aquila Rugby. L’ho sempre considerata, e oggi ne sono ancora più convinta, come il simbolo e la maggiore espressione, anche a livello nazionale, dello spirito del rugby, non solo giocato, ma vissuto”.
Fa il suo ingresso nel CDA in uno dei momenti più difficili vissuti dalla società: cosa si sente di dire ai suoi nuovi collaboratori e ai giocatori e giocatrici neroverdi?
“Innanzitutto, ringrazio il Presidente Romano Marinelli per la fiducia e la stima affettuosa che mi ha dimostrato. Ringrazio tutti i collaboratori e i soci dai quali ho avuto una bellissima accoglienza, in un clima di apertura e dialogo. Sicuramente, ne approfitterò per imparare dalla loro esperienza e dal loro vissuto. Da parte mia vorrei condividere con tutti i componenti della società il mio entusiasmo e la determinazione con cui ho accettato questa sfida, per poter arrivare a mettere a segno mete importanti e significative. Veniamo da un momento difficile, ma c'è bisogno di guardare avanti e la mia meta, condivisa da tutti i collaboratori, è cercare soluzioni e non colpevoli, ovvero collaborazioni e non critiche sterili. Sprecare tempo ed energie per inseguire capri espiatori non serve a nulla, se non a togliere forze preziose e creare divisioni, annullando il vero significato del rugby, il gioco di squadra per eccellenza”.
A soli tre giorni dall’incarico potrebbe sembrare prematuro parlare di programmi ed obiettivi: cosa può anticiparci?
L’obiettivo congiunto è quello di riuscire a garantire la sicurezza economica di una struttura organizzativa efficiente, sia a livello gestionale che tecnico. Vogliamo sostenere i giocatori con una base solida, sulla quale contare, in grado di dare loro stabilità e serenità; continuare, quindi, sotto questo aspetto, il lavoro già iniziato dal Presidente con tutti i collaboratori.
L’altro obiettivo principale è avere risultati a livello tecnico e sportivo: dobbiamo lavorare tanto e sodo, migliorare tecnicamente il nostro gioco e riuscire, finalmente, a vincere”.
Qual è la prima cosa che farà?
“Voglio incontrare i ragazzi, parlare con loro, esporre gli obiettivi della riorganizzazione societaria che stiamo affrontando ed esortarli a dimostrare che sono una squadra, un gruppo unito e coeso, tanto in campo che fuori”.