Mascia fischiato e Acerbo lo redarguisce "è il secondo anno che non nomini i partigiani!"

Curioso il discorso del sindaco per festeggiare la liberazione

25 Aprile 2011   20:24  

"Rivesto la carica di sindaco di tutta la città e in quanto tale ho rivolto al territorio un discorso istituzionale, parlando di unità del paese, dei valori del Risorgimento, delle parole rivolte alla nazione dal nostro Presidente della Repubblica Napolitano, sottolineando i valori del 25 aprile, ossia l'unità del paese, la libertà, la democrazia, lo sviluppo di un paese in cui è necessario iniziare a superare gli steccati ideologici e ad abbassare i toni dello scontro politico".

E' la replica del sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, a chi lo ha contestato nel corso della celebrazione del 25 aprile. "Non ho pronunciato un discorso teso a 'dividere' in fazioni la città - ha spiegato - ma piuttosto a unire, un discorso di pacificazione che evidentemente continua a scontrarsi con posizioni pregiudiziali.

In piazza, stamane, c'erano ragazzini di dieci anni ai quali non possiamo e non dobbiamo inculcare odio, ma ai quali piuttosto dobbiamo insegnare i principi dell'amicizia, della fratellanza, della solidarietà e dell'unità del paese".

Secondo il consigliere regionale del Prc, Maurizo Acerbo, è "il secondo anno consecutivo che il sindaco di Pescara non pronuncia le parole 'Resistenza', 'fascismo', 'partigiani'".

"L'idea - aggiunge - che nel nome dell'unità nazionale si debba occultare la memoria dell'antifascismo e della Resistenza é davvero originale.

E' come se la Chiesa celebrasse la Pasqua senza nominare Gesù Cristo!

L'atteggiamento del sindaco è indicativo di un certo clima politico e della cultura prevalente nel centrodestra italiano, cioé l'estraneità e l'idiosincrasia per la Carta Costituzionale e i suoi valori fondanti".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore