Micron. La politica tace, i lavoratori aspettano

Tancredi:occorre ''partecipazione di massa''

31 Marzo 2009   17:14  
E' sceso il silenzio sul caso Micron. Dopo i numerosi e accorati appelli dei sindacati, spalleggiati dall'autorevole presenza del vescovo Pietro Santoro, i lavoratori della sede marsicana del colosso americano si sentono isolati. Ad affermarlo le stesse forze sociali che da mesi si appellano alla politica abruzzese affinché il grave immobilismo in cui è precipitata la vertenza possa sbloccarsi e tornare ad offrire spiragli di luce ai dipendenti dello stabilimento.

Grandi attese sono riposte nella pubblicazione del bilancio trimestrale 2009. L'azienda dovrebbe pubblicarlo online tra il 2 e il 3 aprile prossimi. Dal documento- assicurano i sindacati- sarà possibile decifrare le prospettive dell'azienda. Per il resto, la tensione si taglia con il coltello. La grande preoccupazione che pervade la forza lavoro della Micron è emersa ieri mattina, in occasione dell'assemblea Fiom-Cgil tenutasi presso la nuova sede di via Cassinelli. Presenti all'incontro un centinaio di lavoratori, tra i quali è stata rilevata anche la partecipazione di risorse non iscritte al sindacato, giunte in'assemblea con il solo scopo di sapere qualcosa in più di quanto venga detto e ripetuto dai vertici aziendali, più che mai abbottonati sulla crisi industriale che sta avvolgendo l'intero settore metalmeccanico, e ancora di più sul destino dei lavoratori, prime vittime sacrificali di una crisi che non accenna ad arretrare.  

Secondo la Fiom-Cgil, l'eventuale schianto della Micron arrecherebbe gravi problemi a tutta l'economia regionale: una sorta di reazione a catena partirebbe dalla Marsica per irradiarsi in tutto il tessuto socioeconomico abruzzese, innalzando i livelli di disoccupazione e generando ogni sorta di difficoltà produttiva nei settori tecnologici affini a quello della Multinazionale.  

"Nel corso dell’assemblea - ha riferito Emilio Speca, Cgil- sono state esposte le linee programmatiche che il sindacato intende portare avanti. In primo luogo è necessario spostare l’intervento politico ad alti livelli". Ma il timore che lo stallo perduri è evidente. Per la Fim-Cisl la fase attuale è afflitta da una sorta di "abbandono generale" che non permette particolari avanzamenti.

"Ho proposto un’incontro unitario con gli altri sindacati per riarmare la vertenza, per la quale tutti sembra si stiano smarcando, mentre per venerdì prossimo abbiamo convocato un direttivo - ha detto il segretario della Fim-Cisl Antonello Tangredi- Fino a oggi il presidente Gianni Chiodi ha incontrato Scajola senza relazionare sull’incontro che Cgil, Cisl e Uil Abruzzo hanno convocato, Chiodi non ci ha neanche risposto e infine l’azienda non dice nulla". Un rimprovero viene lanciato anche agli stessi lavoratori evidentemente non uniti e impegnati a sufficienza nella lotta a favore dei propri diritti: "Se pensano che i sindacati affronteranno la vertenza da soli- ha affermato provocatoriamente Tancredi- senza la partecipazione della massa, si sbagliano".


gdc

 

 


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