Micucci, Fira: "Dare applicazione alla legge 37/2010 per aiutare le piccole e medie imprese"

22 Novembre 2011   11:29  

"Le nostre imprese hanno strategicamente bisogno di essere coadiuvate, in una fase così delicata, da un sistema di garanzie adeguato alle necessità del sistema bancario – afferma Rocco Micucci, presidente Fi.r.a. spa. - Ed in questo l’applicabilità dei dettami della L.R. n. 37/2010 va nella giusta direzione.

Le micro, piccole e medie imprese infatti hanno bisogno di Consorzi fidi che siano in grado di fare il loro compito, quello cioè di fornire le giuste garanzie e ciò è possibile solo se esse detengono un patrimonio in linea con le esigenze del sistema creditizio e la legge n. 37/2010 indica come necessari un patrimonio di € 5 milioni, con un volume di attività di € 10 milioni."

"La Regione Abruzzo, al pari di altre, - spiega ancora Micucci- ha saputo prendere atto con tempestività che l'evoluzione inevitabile è costituita,come avvenuto nello stesso mondo bancario, dallo sviluppo di una politica di forti concentrazioni e fusioni fra operatori. Il localismo tipico dei confidi, risorsa sulla cui salvaguardia poggiano oggi ancora alcune resistenze, può mantenersi se il processo di aggregazione segue la logica della creazione di strutture centrali robuste che preservano l'identità commerciale dei confidi originari che, nei fatti, continuano ad operare come "sportelli" locali della banca-confidi risultante dall'aggregazione.

Lo sforzo, manageriale ed economico, che si richiede può essere notevole, ma è l’unico che consentirà di disporre di una massa critica di risorse per sviluppare un sistema serio di garanzie con una massa critica di operazioni sufficiente a sostenere la struttura dei costi fissi necessarie a gestirlo.

Molte realtà hanno già provveduto o stanno provvedendo ad adeguare il loro patrimonio, e gli indici necessari, tramite fusioni e/o accorpamenti tra vari confidi anche appartenenti ad associazioni differenti, ed è questa è la nuova frontiera che ha aperto la legge in questione. Non dimentichiamo poi che i confidi devono essere regionali con operatività intersettoriale, nel senso che potranno prestare garanzie in favore di imprese socie o consorziate, ivi comprese i liberi professionisti, dei vari settori produttivi e cioè industria, commercio, turismo e servizi, artigianato e agricoltura.

Ed è questo quello di cui abbiamo bisogno – chiosa Micucci- cioè di Confidi che possano colloquiare più facilmente con il mondo bancario, attivando un processo di concentrazione e presidiando sul territorio la valutazione della clientela. Le banche infatti potranno prediligere e valorizzare le garanzie dei Confidi che offrono una migliore ponderazione e una superiore qualità del credito, attraverso una ripartizione del rischio più certa.

In un momento come questo si ha sempre più bisogno di avere interlocutori creditizi solidi, piuttosto che partner che non riescono a garantire i finanziamenti necessari per consolidare e /o spingere la crescita delle nostre aziende.

La Finanziaria Regionale intende essere a fianco dei nuovi Confidi nella creazione di un progetto di rinnovamento del sistema delle garanzie, mettendo a disposizione le risorse regionali destinate all’incremento del loro capitale di rischio.


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