Migranti. Il braccio di ferro tra Turchia e Grecia continua: quasi 140 mila in marcia verso la Ue

05 Marzo 2020   12:23  

Sono 138.647 i migranti che secondo la Turchia si sono diretti dalle zone interne del Paese verso la frontiera con la Grecia per cercare di entrare nell'Ue, dopo che Ankara ha annunciato che non li avrebbe più fermati.

Lo riferisce il ministro dell'interno turco Suleyman Soylu, che stamani si è recato al confine. Atene ha confermato finora di aver impedito "24 mila tentativi illegali di attraversamento:" La Turchia sta dispiegando 1.000 unità di forze speciali di polizia lungo il confine con la Grecia per fermare il respingimento dei migranti nel proprio territorio, ha detto Soylu, aggiungendo che 164 migranti sono stati feriti dalle autorità greche. "Hanno ferito 164 persone. Hanno cercato di respingere 4.900 persone in Turchia", ha detto poi il ministro ai giornalisti nella zona di confine nord-occidentale di Edirne. "Stiamo schierando 1.000 unità diforze speciali per il sistema di confine ... per impedire il respingimento:"

Sassoli: Violenze intollerabili ma l'Ue deve aiutare Atene La Grecia è "lo scudo" dell'Unione europea? "Nei confronti degli immigrati mai" ma è "una frontiera europea che è interesse comune proteggere in conformità al diritto internazionale". Lo dichiara il presidente del Parlamento europeo David Sassoli in un'intervista a Repubblica a seguito della visita al confine greco-turco con la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e del Consiglio europeo Charles Michel. "Nel corso della visita - spiega Sassoli - abbiamo ribadito la contrarietà delle istituzioni europee a qualsiasi ipotesi di sospendere l'esame delle domande dei richiedenti asilo. Alle nostre frontiere tutti hanno diritto di chiederlo. Ed è dovere delle autorità nazionali dare una risposta. Credo che le autorità greche condividano questa posizione". Per quanto riguarda le violenze "la Grecia è un Paese dove esiste lo stato di diritto. Ogni violenza ingiustificata e non proporzionata è intollerabile e come tale dev'essere punita" ma comunque "la pressione è molto alta e abbiamo il dovere di dare delle risposte allo smarrimento dei cittadini che da tempo sono soli ad affrontare una straordinaria emergenza. Penso agli abitanti di Lesbo e Samo che dal 2015 hanno dato prova di solidarietà e accoglienza e che oggi si sentono abbandonati". Nel dettaglio, oltre a un potenziamento di Frontex, dall'Europa "vi saranno 700milioni di euro per l'emergenza" conferma Sassoli ribadendo che "il voto del Parlamento sarà indispensabile per mobilitare le risorse. Per questo chiederemo che i finanziamenti siano condizionati alla messa in opera di corridoi umanitari per una redistribuzione dei circa 4mila minori non accompagnati e di altre categorie vulnerabili". E conclude: "La Turchia non è un nemico, ma deve rispettare l'accordo sui migranti e soprattutto la loro dignità. È evidente che ci separano tante cose ma noi possiamo intervenire solo con la politica e la diplomazia".

OIM: Agire con moderazione alla frontiera tra Turchia e Grecia L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha invitato ad ''agire con moderazione'' e ad ''adottare un atteggiamento umano'' alla frontiera tra Turchia e Grecia, dove sono arrivati migliaia di profughi dopo la decisione di Ankara di aprire i confini con l'Europa. L'Oim ha quindi riconosciuto che Paesi come Grecia e Turchia sono sottoposti ''a una grande pressione dovuta ai flussi migratori e agli sfollati'', affermando che ''è necessario'' raddoppiare gli sforzi per ''condividere le responsabilità in merito agli aiuti di emergenza e alle soluzioni ad ampio respiro per i migranti e i rifugiati''. Di qui l'appello alla comunità internazionale a mantenere il suo ''appoggio'' alla Grecia, che ''ha subito una pressione notevole negli ultimi anni''. Per quanto riguarda la Turchia, l'Oim ha riconosciuto che ''accoglie milioni di rifugiati che da molto tempo sono in cerca di protezione a causa del conflitto in Siria''. A proposito della crisi siriana, l'Oim ha ricordato che la situazione nella provincia nordoccidentale di Idlib ha raggiunto ''livelli catastrofici'' e che il numero di sfollati interni si aggira attorno al milione, il che comporta ''enormi'' necessità umanitarie per la popolazione civile. 


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