Mobilitazione dei medici di famiglia, si va verso lo sciopero nazionale il 19 maggio

08 Maggio 2015   12:39  

Io non vado col primo che capita. Il mio medico di famiglia lo scelgo io”: è lo slogan della grande campagna contro “l’abolizione del medico di famiglia”, che partirà domani con le mobilitazioni indette dalla FIMMG per protestare contro lo stallo delle trattative per il rinnovo della Convenzione. Al via il primo mese di ‘lotta sindacale’ che coinvolgerà i medici di medicina generale di tutte le province italiane.

Le città di tutta Italia saranno ‘tappezzate’ di maxi manifesti per informare i cittadini sulle ragioni della protesta. Verranno aperti al pubblico alcuni ambulatori nelle varie province italiani dove i medici esporranno cartelli e distribuiranno materiale informativo per illustrare ai pazienti quali sono i rischi che sta correndo la medicina generale e il Servizio Sanitario Nazionale.

La protesta della FIMMG avrà il suo culmine con lo sciopero nazionale della categoria proclamato per il 19 maggio. Quel giorno gli studi dei medici di famiglia saranno chiusi dalle ore 8 alle ore 20, ma verranno comunque garantite le prestazioni indispensabili: visite domiciliari urgenti, in assistenza programmata a pazienti terminali, prestazioni di assistenza domiciliare integrata (ADI) e le ulteriori prestazioni definite nell’ambito degli Accordi regionali. Si fermeranno anche i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) dalle 20 alle 24, garantendo le prestazioni indispensabili.

Protestiamo contro lo stallo delle trattative per il rinnovo della Convenzione e in particolare contro l'atteggiamento della Conferenza delle Regioni che vuole imporre una subordinazione senza tutele al medico di medicina generale che di fatto svuoterebbe il significato della libera scelta del proprio medico di fiducia da parte del cittadino.

Le mobilitazioni e lo sciopero della categoria sono l’unica strada percorribile. Da tempo auspichiamo che si riapra un tavolo di confronto e la trattativa entri nel merito, ma finora ci è stato impedito.

In questo particolare momento del Paese non chiediamo aumenti di stipendio, ma che si creino le condizioni per una migliore assistenza territoriale ai cittadini.

La Conferenza delle Regioni impedisce di fatto che sia avviata la riorganizzazione della Medicina Generale e si creino le condizioni organizzative del lavoro indispensabili per migliorare l’assistenza ai nostri pazienti.


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