E’ stato un momento inteso e significativo
la commemorazione del 70 anniversario della morte di Modesto della
Porta. Ricorda il sindaco Mario Palmerio: Modesto era il prototipo del
guardiese che viene dalla tradizione, ironico e incurante dei richiami
materialistici, ma in compenso sensibile agli affanni del quotidiano
che volle vivere momento per momento, quasi un nichilista. Modesto
seppe intrecciare le parole della sua terra, in trame luminose in acuti
e suggestivi versi.Il suo capolavoro è forse la raccolta “Ta-pù",
composto nel 1920. Modesto rappresenta un calzolaio, suonatore del
trombone d'accompagnamento, strumento musicale presente nelle bande,il
cui unico suono è, appunto, "Ta-pù". Questo calzolaio, come tanti altri
artigiani dell'epoca, suonava nella banda durante il periodo delle
feste, girando di città in città, non soltanto spinto da ragioni
economiche, ma per passione, ed in questo lavoro sono espresse le sue
amare riflessioni sulla vita.
Momento molto significativo della giornata guardiese è stata la
presentazione del documentario della Unovideo dell’Aquila, per la regia
di Gianfranco di Giacomantonio, che ricostruisce la vita di Modesto
Della Porta attraverso il racconto e i ricordi di chi lo ha conosciuto,
dei suoi compaesani, dei suoi amici più stretti.
Modesto, ricorda a tal proposito il suo amico Antonio Picone Stella,
non era andato a scuola oltre le elementari e per lui parlare
l’italiano equivaleva a tradursi in altra lingua. E se per ipotesi il
suo dialetto natio fosse stato il napoletano, oggi Modesto Della Porta
avrebbe forse un posto fra il Viviani e i De Filippo.