"Mondo di mezzo" non è mafia, per la Cassazione gli imputati sono semplici delinquenti

23 Ottobre 2019   09:13  

Non è mafia ma semplice associazione a delinquere, i giudici della VI sezione penale della Cassazione, presieduta da Giorgio Fidelbo, dopo una lunga Camera di consiglio hanno deciso che il sodalizio guidato dall'ex Nar Massimo Carminati e dall'ex Ras delle cooperative Salvatore Buzzi non era un'associazione mafiosa.

La sentenza su 'Mafia Capitale', che non riconosce il 416bis, reato caduto in primo grado ma ammesso in Appello, giunge a cinque anni dall'operazione che con due retate, il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno 2015, ha portato all'arresto rispettivamente di 37 e 44 persone.

 Il verdetto dei giudici della Suprema Corte è arrivato dopo tre giorni di udienze fiume con la requisitoria dei tre sostituti procuratori generali Luigi Birritteri, Luigi Orsi e Mariella De Masellis, terminata con la richiesta di conferma delle condanne dell'Appello e le arringhe dei difensori. I giudici della Cassazione, che con la sentenza hanno annullato senza rinvio, quindi non riconosciuto il 416 bis, hanno rinviato in Appello per la rideterminazione della pena in relazione all'associazione a delinquere semplice.
 
I giudici sono tornati come già sostenuto nel primo grado di giudizio, a ritenere la sussistenza di due associazioni: in sostanza i due gruppi, quello di via Pomona capeggiato da Salvatore Buzzi e quello di Corso Francia con a capo Massimo Carminati, sono da considerarsi distinti e non mafiosi.

Con la sentenza della Cassazione diventano definitive le condanne per 8 dei 32 imputati del processo. Per gli altri 24 imputati, tra i quali Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Luca Gramazio, le pene andranno ridefinite in un nuovo processo d'Appello.

PG SALVI - ''Siamo in presenza di una sentenza molto complessa e per un commento più approfondito occorrerà leggere con attenzione il dispositivo. Va detto che si ritorna all'esito di primo grado in cui non fu riconosciuta l'associazione di stampo mafioso, un elemento senza dubbio importante" ha detto il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma, Giovanni Salvi.

"Non trovo giustificate, comunque, le esultanze di qualcuno visto che la Suprema Corte ha riconosciuto l'esistenza di associazioni, nei termini affermati dalla sentenza di primo grado, che aveva irrogato pene non modeste: due associazioni a delinquere che erano state capaci di infiltrare in profondità la macchina amministrativa e politica di Roma".

SINDACA RAGGI - Di sentenza che "conferma comunque il sodalizio criminale" ha parlato la sindaca di Roma, Virginia Raggi. "E' stato scritto un capitolo buio della storia della nostra città. Noi stiamo lavorando per risorgere dalle macerie e ai cittadini onesti dico 'si va avanti a testa alta'".


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