Morgan: "Dopo la finale di #XF8 me ne vado per sempre"

06 Dicembre 2014   12:01  

Intervistato da Gino Castaldo de La Repubblica, in occasione della pubblicazione della sua autobiografia, dal titolo ‘Il libro di Morgan’, l’ex leader dei Bluvertigo ha detto:

Sono riuscito a portare qualcosa a X Factor in questi anni? Certo, ma come l’amicizia, va coltivata. Bisogna continuare a tenerlo alto, se no si vanifica. Nel momento in cui - e sarà prestissimo - non ci sarò più io, spero che ci sia qualcuno che continui questo tipo di lavoro. Un ruolo, un elemento, un equilibrio all’interno del tutto ci vuole. Se no si porta ad una omologazione, che c’è già. E non ce n’è bisogno.

Per usare un eufemismo, non sembra improbabile che il “prestissimo” coincida con la finale in onda giovedì prossimo. A rafforzare il concetto ormai espresso in tutte le salse, il giurato del talent di Sky ha spiegato perché fino ad oggi è rimasto in questa ‘prigione’ televisiva:

Sono una persona shockabile. In quanto uomo sensibile. Quando si è sottoposti a degli shock si è controllabili. Più shock ci sono intorno a me, più controllo ci può essere. La differenza con uno che è in galera o è imprigionato in una situazione dalla quale non riesce liberarsi è che io vedo molto chiaramente il meccanismo. Questo può aiutarmi nel tentativo di liberarmi, ma capire non è guarire. Vedo, ma questo non cambia di fatto la situazione. So chi lo fa, come lo fa, perché lo fa. Ci rifletto tanto. Questo mondo di monitoraggio, di controllo, che agisce attraverso sistemi informatici e sistemi burocratici-legali, che è il controllo degli uomini intelligenti, di opinionisti, comunicatori, soprattutto delle persone potenti dal punto di vista politico avviene realmente.

E chissà stasera cosa dirà ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo (con Malcom Pagani de Il Fatto quotidiano).


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