Morosità dei Consolati nel mondo: Danieli risponde all´inter

31 Maggio 2007   12:54  
Lo scorso febbraio Marco Zacchera, responsabile del Dipartimento Esteri di Alleanza nazionale, aveva presentato una interrogazione al Ministro degli Esteri Massimo D´Alema, dopo la pubblicazione di un articolo sul "Corriere della Sera" in cui si dava notizia di una circolare (la numero 1 del 2007) con cui la Farnesina dettava norme per affrontare la cronica difficoltà da parte delle sedi diplomatiche all´estero nel pagare le bollette per i consumi e le ordinarie utenze d´ufficio. Nella sua premessa, Zacchera (nella foto) non mancava di definire "veramente mortificante" che "la situazione nella gestione dei fondi del Ministero ci stia portando a livelli di insolvenza a livello mondiale e, tenuto conto che trattasi del più prestigioso e importante quotidiano italiano, si possono immaginare i commenti e le ironie che la pubblicazione della notizia avrà avuto a livello di ambasciate straniere che avranno provveduto a comunicarlo ai rispettivi governi". Il deputato di An, quindi, chiedeva di sapere come la Farnesina intendesse intervenire per ottenere nuovi fondi per le spese correnti della rete consolare "tenuto conto che ne va del decoro, credibilità e possibilità operativa delle nostre sedi diplomatiche". A Zacchera ha risposto Franco danieli, viceministro degli Esteri con delega per gli Italiani nel mondo, che in primo luogo ha ricordato che "la circolare n. 1 del 30 gennaio 2007, emanata dalla Direzione generale degli affari amministrativi, di bilancio e il patrimonio che ha suscitato commenti giornalistici, non nasce per arginare e in qualche modo ´istituzionalizzare´ una cronica carenza di risorse all´estero bensì per riscontrare un´esplicita richiesta dell´Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione". Tale Autorità, ha precisato Danieli, "indirizzava a tutte le Amministrazioni dello Stato, in data 9 maggio 2006, i risultati di una ´Indagine conoscitiva sui tempi, di pagamento delle fatture passive da parte delle pubbliche amministrazioni e conseguenti valutazioni´, e dopo una breve premessa sui rischi della discrezionalità nel favorire l´uno o l´altro creditore, invitava le Amministrazioni a dotarsi di ´regole obiettive e predeterminate che identifichino i criteri cui i funzionari delegati debbono attenersi nello stabilire l´ordine di successione dei pagamenti delle fatture passive una volta decorsi i termini di legge´, fissando al contempo in 60 giorni il termine cogente per provvedere, richiedendo la preventiva trasmissione delle emanande disposizioni, ai fini di un parere valutativo (articolo 2 comma 2 del decreto del Presidente della Repubblica, 6 ottobre 2004, n. 258). "La Direzione generale degli affari amministrativi, di bilancio e il patrimonio – aggiunge Danieli - ottemperava con tempestività a tale richiesta, trasmettendo una bozza di istruzioni in materia, il cui testo coincideva con quello che sarebbe diventato la futura circolare n. 1 del 2007. Dal canto suo, l´Alto Commissario, forniva il 23 novembre 2006 il proprio parere positivo e richiedeva assicurazioni sulla formalizzazione e diramazione delle istruzioni in questione ai funzionari delegati ai pagamenti. Lo scorso 30 gennaio 2007, a seguito di nulla osta della Segreteria generale, si provvedeva a diramare, con circolare, le citate disposizioni. Da tale cronistoria della ´genesi´ della circolare – ha spiegato il Viceministro - appare chiaro come la ratio della medesima consista nel formulare disposizioni, perlopiù dettate da criteri di buon senso, finalizzate a evitare quella eccessiva discrezionalità di scelta, considerata dall´Alto Commissario uno dei fattori "di rischio" che può favorire condotte illecite. Che poi il contenuto della circolare potesse prestarsi a ironia, come quella espressa nell´articolo del ´Corriere della Sera´ - poi ripresa dall´interrogante - circa l´istituzionalizzazione dell´insufficienza delle risorse finanziarie all´estero è cosa possibile, come per ogni testo scritto del quale non si conosca la ratio. "Ma a tale riguardo, e proprio per confutare tale facile interpretazione mediatici, soccorrono due più importanti considerazioni: la prima - spiega Danieli, è che - il bilancio del Ministero degli Esteri, dopo anni di contrazione di risorse, ha finalmente visto un sostanziale incremento (+14,44%). Un dato significativo, concernente proprio le spese di funzionamento, è la comparazione tra le risorse iniziali di bilancio 2006 e quelle del 2007, che vantano un incremento pari al 63% nel 2007, non già la riduzione paventata dall´articolista del ´Corriere della Sera´. La seconda è che da quest´anno, la legge di bilancio ha accresciuto la flessibilità nelle spese da effettuarsi a cura dei funzionari delegati all´estero, mediante accorpamento di più capitoli di spesa a vocazione affine". Quanto, infine, all´asserzione relativa ad una "consistente riduzione" nel corrente esercizio finanziario che Zacchera aveva indicato nel 51% in meno per le spese di missione e nel 35% in meno per le sedi all´estero, danieli precisa che "la comparazione col precedente esercizio operata dall´interrogante è stata evidentemente effettuata a consuntivo (spesa globale 2006, con integrazione di fondi vari) e non con il dato iniziale delle dotazioni di bilancio 2007, il cui dato non è integrato dai vari fondi a disposizione dell´Amministrazione, suscettibili di aumentare le disponibilità o tramite risorse endogene all´Amministrazione, o con fondi di competenza del Ministero dell´Economia e delle Finanze. In caso di insufficienza di risorse, è infatti cura dell´Amministrazione attingere, come di consueto, prima ai fondi interni e poi a quelli esterni, in modo da soddisfare con adeguata modulazione le esigenze prioritarie per il buon esito della politica estera dell´Italia".

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