Multa mai elevata al questore, Maggitti avvia procedimenti verso vigili intervistati da Iene

I quattro agenti a rischio sospensione

13 Gennaio 2015   10:30  

Potrebbero esserci nuovi strascichi in merito alla vicenda della multa di fatto mai elevata ed auto rimossa ma subito restituita al questore di Pescara Paolo Passamonti, vicenda che nei mesi scorsi ha fatto non poco rumore.

Se a tal riguardo la Procura ha deciso di archiviare l'inchiesta, altrettanto non si può dire per il comandante della polizia municipale Carlo Maggitti, caduto più volte in contraddizione nel corso dell'ormai celebre servizio giornalistico della trasmissione Le Iene andato in onda lo scorso novembre, in cui fu più volte smentito dai sottoposti intervistati dall'inviato Matteo Viviani.

Da quel che risulta, Maggitti ha deciso di avviare un procedimento disciplinare nei confronti di quattro agenti di polizia municipale, tutti in un modo o in un altro coinvolti nella vicenda della multa a Passamonti. In verità, nel documento relativo non risulta si faccia riferimento a tale questione, ma poiché i destinatari del procedimento risultano essere proprio i quattro vigili che comparirono di fronte alle telecamere di Italia 1 viene da pensare che si tratti proprio di ciò.

A conferma di ciò vi sarebbe anche un antefatto della notifica, che risalirebbe allo scorso 5 gennaio, allorché presso il comando di polizia municipale di via del Circuito Maggitti si sarebbe riunito con tre maggiori, tre agenti e un maresciallo ed avrebbe avviato con essi una sorta di "processo" dopo aver visionato il servizio de Le Iene, analizzando le dichiarazioni rilasciate dai vigili intervistati onde rinvenire eventuali violazioni al regolamento della polizia municipale, che a quanto risulta sarebbero state annotate per l'avvio della procedura, poi notificata ai quattro il successivo 10 gennaio.

Per ciascuno di loro, la contestazione sarebbe alquanto generica, in quanto si riferirebbe a "violazioni plurime e reiterate alle norme di disciplina e agli obblighi di comportamento dell'agente di polizia municipale-dipendente comunale, anche ai sensi e agli effetti dell’articolo 40 del regolamento del Corpo". Nell'articolo 40, appunto, si afferma che "il personale della polizia municipale è tenuto alla più rigorosa osservanza del segreto d’ufficio, e non può fornire a chi non ne abbia diritto anche se si tratta di atti non segreti, notizie relative ai servizi d'istituto, a pratiche nonchè a provvedimenti e operazioni di qualsiasi natura". In caso fosse eventualmente stabilita una loro eventuale violazione, i quattro rischiano la sospensione dal servizio.

Claudio Di Sabatino, il vigile che elevò la multa e fece rimuovere l'auto del questore parcheggiata in divieto (nel frattempo spostato dal servizio carrattrezzi alla vigilanza davanti alle scuole), nell'intevista a Viviani raccontò del suo stupore nell'accorgersi della cancellazione delle caselle relative alla fattura per la rimozione della vettura e della restituzione della stessa.

Donato Antonicelli, al momento in aspettativa, fu messo a conoscenza della questione da Sabatini e consigliò al collega di verificare che fine avesse fatto il verbale.

Angelo Volpe, l'unico dei quattro nel frattempo finito sotto processo con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio e spostato dal servizio in moto al rilevamento di incidenti, dopo aver appreso della vicenda si mise in contatto con l'ex comandante Grippo che gli consigliò di presentare denuncia.

Il quarto, Sergio Petrongolo, è colui che più di tutti ha contraddetto quanto precedentemente sostenuto da Maggitti: mentre il comandante affermò come "l'ufficiale che ha accompagnato il questore ha deciso di ridargli la macchina, non l'ho potuto dire io perchè non conoscevo le carte", Petrongolo ha invece asserito come "il comandante mi disse di portare il questore al comando e ridargli l'auto, che la mattina successiva avrebbe pensato a tutto lui".


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